“Voci che rompono il silenzio”: all’UMG una lezione per comprendere e contrastare la violenza di genere
Dalla psicologia clinica alle testimonianze reali: studenti protagonisti di un confronto intenso su identità, discriminazioni e cultura della prevenzione
In occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza di Genere, presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro si è svolta una lezione speciale dal titolo “Voci che rompono il silenzio”, condotta dalla dott.ssa Marianna Contrada, psicologa clinica, psicoterapeuta e socia delle Crocerossine d’Italia ETS – sezione di Crotone. L’iniziativa ha coinvolto gli studenti della Facoltà di Psicologia in un momento di approfondimento e confronto su un tema che, ancora oggi, richiede conoscenza, sensibilità e strumenti professionali adeguati.
La dott.ssa Contrada ha offerto una visione ampia e inclusiva della violenza di genere, ampliando l’analisi anche alle persone che non si riconoscono nel modello binario maschio/femmina. Ha illustrato casi clinici e situazioni che i futuri psicologi potrebbero incontrare nella loro attività, evidenziando come le esperienze di discriminazione vissute da persone transgender e non binarie possano condurre a conseguenze psicologiche gravi: ansia, depressione, disagio emotivo, fino allo stress legato al misgendering e al rifiuto sociale. Da qui, l’appello alla necessità di una formazione specifica, competente e rispettosa della complessità delle identità di genere.
A completare il quadro, l’intervento di Rossana Caccavo Proto, responsabile della sezione crotonese delle Crocerossine d’Italia ETS, che ha portato una testimonianza concreta e dolorosa delle violenze sulle donne in Calabria, evidenziando quanto il fenomeno sia radicato in un contesto culturale ancora segnato da logiche patriarcali e sistemi di potere non accettabili. Caccavo ha ricordato figure simbolo come Lea Garofalo, il cui sacrificio rappresenta un grido di libertà contro ogni forma di sopraffazione, e Maria Concetta Cacciola, vittima di una violenza non solo fisica ma culturale, psicologica e simbolica.
La partecipazione degli studenti è stata intensa, con numerosi interventi che hanno ampliato il dibattito sulla violenza di genere, includendo anche quella più silenziosa, psicologica e spesso invisibile. È emersa la convinzione condivisa che la formazione non debba riguardare solo i futuri psicologi, ma tutti coloro che operano nei contesti educativi, per imparare a individuare con tempestività i segnali di un disagio che, se ignorato, può trasformarsi in tragedia.
L’incontro ha rappresentato un vero momento di crescita formativa e civile. Le Crocerossine d’Italia ETS ancora una volta si confermano promotrici di un impegno integrato, capace di unire l’approccio psicologico all’azione sociale, nella costruzione di una cultura di prevenzione, tutela e sostegno alle vittime di violenza.