(VIDEO) Cutro, riaperte le indagini sui gemellini scomparsi negli anni ’70
Il Procuratore Guarascio e il Questore Panvino a “Storie Italiane”: “Vicenda inquietante, lo Stato è presente. Servono le testimonianze dei cittadini”
CROTONE – Una pagina dolorosa della storia calabrese torna al centro delle cronache. Questa mattina, durante la trasmissione Rai “Storie Italiane”, il Procuratore della Repubblica di Crotone, Domenico Guarascio, e il Questore della Provincia di Crotone, Renato Panvino, hanno illustrato gli sviluppi delle indagini sulla scomparsa di minori avvenuta nel Comune di Cutro negli anni ’70.
Il Procuratore Guarascio ha spiegato che l’inchiesta, avviata senza ancora ipotesi di reato o indagati, mira prima di tutto a ricostruire i fatti: “Parliamo di episodi molto risalenti nel tempo – ha dichiarato – ma la nostra attenzione è massima. Stiamo raccogliendo testimonianze e documentazione sanitaria, spesso difficile da reperire, per verificare la veridicità delle storie. È doveroso nei confronti della cittadinanza attivare verifiche serie su questa vicenda”.
Guarascio ha poi detto come la Procura stia procedendo con un “fascicolo di atti relativi”, senza ancora elementi costitutivi di reato, ma con l’obiettivo di stabilire almeno verità storiche.
Il ruolo della Squadra Mobile
Il lavoro investigativo è affidato alla Squadra Mobile di Crotone, che sta operando in piena sinergia con la Procura. Il Questore Panvino ha ribadito la delicatezza del caso: “È certamente un’indagine che apre scenari inquietanti qualora si dimostrasse che ci sia stata una sottrazione di minori. Le famiglie meritano risposte dallo Stato, anche perché questi fatti hanno distrutto il clima familiare di persone umili, che hanno diritto alla verità”.
Appello alla cittadinanza
Il Questore ha quindi rivolto un appello diretto ai cittadini: "Invito chiunque abbia informazioni, anche minime, a rivolgersi alla Polizia. Lo Stato è presente e lavoriamo su più direttrici: conquistare la fiducia della gente, raccogliere le testimonianze delle vittime e dei loro conoscenti, ed eseguire accertamenti tecnici su ospedali e documentazioni delle nascite e delle morti dichiarate all’epoca”.
Secondo Panvino, l’obiettivo è ridurre le distanze tra istituzioni e cittadini, costruendo un dialogo diretto e trasparente: “Il palazzo istituzionale esce dal palazzo e va per strada. Vogliamo che la gente sappia che la Polizia di Stato è un riferimento certo e sicuro, una protezione per costruire una società migliore”.
Una vicenda ancora oscura
L’inchiesta sui gemellini scomparsi di Cutro rimane dunque aperta, con la promessa di un lavoro “certosino, profondo ed esaustivo”. Un percorso lungo, che potrebbe non solo chiarire eventuali responsabilità penali, ma anche restituire dignità a famiglie che da decenni attendono una risposta.