(VIDEO) - Crotone - Monsignor Panzetta: «Ci aiuti la risurrezione di Gesù a trovare le energie per mantenere il bene che abbiamo»
Crotone – Negli auguri Pasquali, rivolti dall’Arcivescovo di Crotone-Santa Severina Angelo Panzetta, il primo pensiero è rivolto ai giornalisti della provincia per la loro “disponibilità”. In Curia, d...

Crotone – Negli auguri Pasquali, rivolti dall’Arcivescovo di Crotone-Santa Severina Angelo Panzetta, il primo pensiero è rivolto ai giornalisti della provincia per la loro “disponibilità”. In Curia, dopo lo stato dei lavori della Basilica Cattedrale, il presule ha formulato alla comunità diocesana gli auguri. «Pur nelle difficoltà che viviamo in questo tempo mi riferisco alla guerra, mi riferisco al terrorismo, ai problemi del lavoro che sempre attanagliano il nostro territorio e alle nostre tante famiglie, pure in questo tempo appesantito da problemi, da preoccupazioni, invito tutti a celebrare a vivere il mistero Pasquale animati da una fede chiara, da una speranza capace di guardare con coraggio al futuro, e dall’amore che fa fiorire tutta la vicenda umana e spalanca un orizzonte di futuro. Il pieno vivere nella fede significa scoprire o riscoprire la forza prorompente del mistero Pasquale di Gesù Cristo che, con l’incarnazione, si è inserito nel gemito del mondo. La risurrezione di Cristo è una vera e propria nuova creazione». Nel suo messaggio monsignor Panzetta parla di «segni Pasquali presenti e visibili nel nostro territorio», dieci segni di speranza e di luce.
«Innanzitutto – spiega – c’è un segno Pasquale nella natura che ci circonda: vi è un’esplosione di vita dopo la morte invernale. Ci sono segni Pasquali anche nelle nostre nuove generazioni, vi sono bagliori di luce Pasquale che si vedono nella fame e nella sete di pace che si coltiva nei cuori dei nostri bambini e dei nostri giovani. Durante la visita pastorale, sto avendo la gioia di incontrare le scuole. Ascolto bambini e giovani e ho attestato il loro desiderio di pace e di solidarietà. Questi nostri figli, nonostante l’eredità pesante che noi abbiamo lasciato, si accorgono che questo modo di essere al mondo non può riempire di senso le loro vite, attendono un futuro diverso fatto di comunione, di perdono, di solidarietà.
Un terzo segno Pasquale molto forte lo trovo nella fede semplice della nostra gente. Nella visita pastorale torno a casa sempre molto edificato dalla testimonianza che trovo. Tra queste persone un posto speciale va riservato ai malati, maestri e testimoni di speranza perché vivono le loro condizioni drammatiche, aggrappati alla fede alla speranza e all’amore. Un altro segno Pasquale lo trovo nel cammino sinodale. Un quinto segno Pasquale lo trovo nei germi di ribellione nei confronti delle logiche mafiose. Un altro segno Pasquale è quello del restauro della cattedrale e nella collaborazione missionaria». Proprio in riferimento a questo Panzetta ha annunciato che un gruppo di sacerdoti da una diocesi della Corea del Sud verranno nella nostra Diocesi. «Altri segni Pasquali – ha poi concluso – sono la crescita che si riscontra nelle nostre comunità di sensibilità nei confronti dei migranti e dei rifugiati, il desiderio di rinnovamento di rinascita di tante persone che hanno sbagliato, ma e vogliono risorgere.
Il decimo segno di luce Pasquale nel nostro territorio è la vivacità vocazionale del nostro presbiterio della nostra chiesa particolare». L’invito dell’arcivescovo è dunque quello di «intravedere le luci Pasquali che brillano nelle nostre case, nei nostri quartieri e nelle nostre comunità. Alcune li ho individuate io, aiutatemi a trovare le tracce del passaggio di Gesù Risorto dentro le nostre comunità potrebbe essere proprio questo l’esercizio Pasquale per la nostra comunità in questo tempo con occhi pieni di speranza intravedere le luci Pasquali. Ci aiuti la risurrezione di Gesù, che ci ha dato il diritto a sperare, a trovare le energie per mantenere il bene che abbiamo, e per mettere a tema del nostro cammino le mete di crescita e di miglioramento per rendere più dignitoso il nostro territorio e più belle anche le nostre comunità».