(VIDEO) Crotone in lacrime per Giovanni Grande: “Nel cuore di una mamma un figlio non muore mai”

Commozione e applausi durante la cerimonia. Il casco alzato verso il cielo e il rombo dei motori hanno salutato Giovanni per l’ultima volta

A cura di Redazione
20 ottobre 2025 18:10
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Dei fiori bianchi, simbolo di purezza, il casco a ricordare la sua passione per la moto, la tuta della Metal Carpenteria: così Giovanni Grande, il ragazzo di venti anni che sabato è stato strappato alla vita, è stato ricordato nella chiesa di San Giuseppe Artigiano, dove si sono svolti i funerali. La sorella ha parlato di un ragazzo che nel lavoromigliorava giorno dopo giorno, e di questo ne andava fiero”, mentre le lacrime hanno segnato un pomeriggio di dolore innaturale di fronte alla morte prematura del ragazzo, deceduto a seguito di un incidente sulla Strada Statale 106 sabato scorso.

La località Fratelli Bandiera, dove Giovanni abitava, era gremita di persone, giovani e meno giovani, amici e colleghi, tutti lì per dargli l’ultimo saluto. Il rombo dei motori dei centauri presenti ha accompagnato l’uscita del feretro, per ricordare la sua passione, la moto.

Durante l’omelia, il parroco don Massimo Buscema ha ricordato come “la morte di Gesù è il modello di ogni sofferenza, di ogni malattia, di ogni morte. Il Cristo sofferente è come un richiamo perché l’uomo non possa mai dimenticare il senso della vita”. Il parroco ha aggiunto: “E’ vero, è un’ingiustizia dal nostro punto di vista. Come la morte di Cristo è stata la più grande ingiustizia del mondo. Umanamente è impossibile vivere la speranza di fronte a una morte prematura. Nel cuore di una mamma, un figlio non può mai sparire così. Aggrapparsi alla speranza è umanamente impossibile. La speranza è solo e soltanto una grazia”.

Tra le lacrime, le parole della sorella hanno risuonato verso il cielo: “Sabato ti aspettavo, anche se nei programmi saresti dovuto venire da me a cena, ma ti aspettavo a pranzo. Avevo la sensazione di affacciarmi sempre dalla finestra per vederti arrivare con la moto. Probabilmente avevo bisogno di te”.

Al termine della cerimonia, un lungo applauso, il casco alzato verso il cielo e il rombo dei motori per ricordare Giovanni Grande.

Danilo Ruberto

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