(VIDEO) Carlo Gallo racconta “U pruppu du re”: una fiaba tra le pietre di Kroton e le sue tre ere
Tra enigmi, polpi-mostro e antichi resti di Kroton, Carlo Gallo racconta la fiaba ‘U pruppu du re’ riportando in vita tradizione e mistero della Calabria
Domenica mattina, tra le antiche pietre di Kroton, un gruppo di visitatori ha scelto di scoprire gli scavi archeologici della Bper in via Napoli approfittando anche di un’occasione speciale: ascoltare una fiaba popolare crotonese narrata dall’attore Carlo Gallo, accompagnato dalle incursioni musicali del musicista Emmanuele Sestito. Gli scavi sono oggi accessibili grazie ai volontari e al bando vinto dal Consorzio Jobel, che accoglie i visitatori: da marzo a oggi sono state registrate oltre 10 mila presenze.
La storia è quella di un racconto di pescatori, tramandato sulle barche dai nonni e dai vecchi uomini di mare, oggi riadattato da Gallo per restituirgli voce e memoria. Il titolo è già un mistero: “U pruppu du re”.
È la fiaba di un ragazzo che vuole diventare re, ma per riuscirci deve sfidare la morte. Una principessa ha infatti annunciato di voler sposare chi le porterà un indovinello insolubile. Se lei non riuscirà a risolverlo, si celebrerà il matrimonio. Ma se troverà la soluzione, chi l’ha posta verrà condannato a morire.
Così il giovane, arrivando al castello, vede i corpi impiccati di tanti pretendenti che conosce: la principessa non vuole sposarsi, e al suo fianco ha i più grandi sapienti che risolvono ogni enigma prima ancora che possa diventare speranza. I poveri non vincono: vengono messi a tacere.
Eppure il ragazzo parte lo stesso: lo spinge una profezia. Un anziano pescatore, dopo aver catturato un polpo descritto come un mostro, perché nella fiaba gli animali sono il volto dell’ignoto, pronuncia una frase enigmatica: «Stanotte cu su mangia su pruppu diventa re». Quelle parole bastano per accendere la sua voglia di partire. Lo abbiamo ascoltato direttamente dalle parole di Carlo Gallo.
Il mondo raccontato è diviso in due: cielo e terra, oppressi e oppressori, ricchi e poveri. I più abbienti vivono in alto, protetti; i poveri sono confinati in una striscia di terra sul mare, e possono mangiare solo ciò che la corrente porta.
Una fiaba antica e modernissima allo stesso tempo: parla delle paure di ogni epoca e dei conflitti di oggi. Attraverso l’enigma e il mito, offre una riflessione sulla pace e sulla misericordia. Non a caso Gallo cita Nietzsche: «Chi combatte i mostri deve guardarsi dal diventare egli stesso un mostro».
Il protagonista, povero e solo, mangerà quel polpo-mostro e sentirà nel petto tre cuori: i tre cuori del polpo. Saranno loro a cambiargli il destino e a cambiare il mondo. Perché spesso, suggerisce la fiaba, i veri mostri siamo noi.
E così, tra mito e metafora, questa storia antica sembra descrivere più la realtà politica di oggi che la fantasia: i potenti della Terra, i loro giochi e le conseguenze sulle persone comuni.
“Oggi vi porto negli enigmi della lingua calabrese”, ha spiegato Carlo Gallo. V"i porto nel mistero della fiaba ‘U pruppu du re’. In realtà, quello che ho immaginato è un filo conduttore con le cose sepolte. Qui vediamo dei resti che riaffiorano dell’antica Kroton, ma nel racconto orale ci sono frammenti di una tradizione popolare, di una cultura che forse non siamo ancora riusciti a cogliere fino in fondo.
Questa storia ha un motore che si accende grazie a un enigma: c’è una specie di ritornello che qualcuno deve risolvere. In qualche modo, tutto questo mi ha ricordato quella famosa frase di Pitagora: ‘Camminerete sull’oro e non ve ne accorgerete’.
Il mistero della fiaba e dell’enigma si intreccia così con i resti su cui camminiamo. Credo che siano due fili che si incontrano per farci sentire il cuore di questo luogo, con la speranza di svelare il mistero e di farlo nostro.”
Danilo Ruberto