Uil: «Prevenzione oncologica in Calabria a rischio. Nessun dato da Crotone»

Calabria - «Secondo i dati dell'Osservatorio Nazionale Screening (ONS), la Calabria è all’ultimo posto nella prevenzione. Almeno per quanto riguarda...

A cura di Redazione
22 maggio 2025 13:00
Uil: «Prevenzione oncologica in Calabria a rischio. Nessun dato da Crotone» - Woman in sport bra holding her breast, Breast cancer raising awareness conceptual idea/ health campaign: Medicine, Insurance, Organ Donation concept.
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Calabria – «Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Screening (ONS), la Calabria è all’ultimo posto nella prevenzione. Almeno per quanto riguarda i dati relativi al 2023 consultabili nell’ultimo report nazionale pubblicato in ordine di tempo. I programmi di screening oncologico attivi in Italia, e quindi anche nella nostra regione, riguardano la prevenzione secondaria del tumore della mammella, del tumore del colon-retto e del tumore della cervice uterina».

A scriverlo in una nota è la Uil Calabria che, oltre. snocciolare dati evidenzia che addirittura come «sugli screening non sono noti i dati dall’ Asp di Crotone neanche sull’ultimo bilancio pubblicato».

Il sindacato si sofferma poi sulla necessità di informazione: «Se le percentuali di partecipazione agli screening, nella nostra regione, è bassissima di contro purtroppo c’è che ogni anno, in Italia, migliaia di donne ricevono una diagnosi di tumore al seno, il più diffuso nella popolazione femminile a ogni età. La diagnosi precoce, quindi la prevenzione, può fare la differenza: se il tumore viene scoperto in fase iniziale, le possibilità di guarigione superano il 90%. Eppure, non tutte le donne, soprattutto le calabresi, sanno oggi di aver accesso a uno screening gratuito. Così se in altre regioni la prevenzione ti salva la vita, dalle nostre parti purtroppo siamo ancora ben lontani da questa possibilità ed è inaccettabile che l’accesso alla prevenzione oncologica dipenda dal luogo in cui si vive.

L’invito a sottoporsi agli screening avviene attraverso un sms che le Asp inviano alle donne che rientrano nell’età indicata. In realtà alcune regioni, in particolare quelle su cui non vige un piano di rientro, hanno ottemperato alle indicazioni del Piano nazionale di prevenzione 2020- 2025, al Piano oncologico nazionale 2023-2027 e alle nuove Raccomandazioni del Consiglio europeo emanate a fine 2022 estendendo alle fasce di età 45-49 e 70-74 lo screening mammografico e alla fascia di età 70-74 lo screening colorettale.

Quindi in regioni virtuose, per esempio in Lombardia, in Piemonte e in Emilia Romagna, giusto per citarne alcune, lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 45 e i 74 anni. In Calabria, dove vige un piano di rientro, la possibilità di estendere la copertura ad altre fasce di età è preclusa».

C’è però una legge, che poche donne conoscono, che dà diritto a eseguire i test tramite Servizio Sanitario Nazionale anche se non si rientra nell’età target di riferimento. Basta andare dal medico di famiglia, farsi fare l’impegnativa per poi prenotare, tenendo presente che i tempi d’attesa possono essere lunghi. Come riportato sul sito del Ministero della Salute, il medico di base che effettua la prescrizione sul ricettario del SSN e deve riportare il relativo codice di esenzione.

In particolare:

codice D01: prestazioni diagnostiche nell’ambito di campagne di screening autorizzate dalla Regione

codice D02: esame citologico cervico-vaginale (PAP Test)

codice D03: esame mammografico

codice D04: colonscopia

codice D05: prestazioni di approfondimento diagnostico correlate alla diagnosi precoce del tumore della mammella.

«L’intervallo di tempo indicato per ciascuna prestazione deve essere rispettato, anche se il primo accertamento è stato eseguito privatamente. L’esenzione per diagnosi precoce di alcuni tumori è del tutto indipendente dal reddito dell’assistita e/o dal suo stato di occupazione/disoccupazione. Chiediamo con forza quindi che anche in Calabria tutte le donne tra i 45 e i 74 anni vengano non solo informate ma anche incluse nei programmi di screening gratuito, con inviti attivi da parte delle ASP e percorsi organizzati per garantire una diagnosi tempestiva e un’assistenza di qualità.

La salute non può aspettare. Prevenire è un diritto, non un privilegio che dipende dal posto in cui risiedi».

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