Truffe agli anziani in Calabria, smantellata la rete dei “finti incidenti”: 21 misure cautelari e sequestri

Colpi in tutta Italia, coinvolta anche la Calabria con Cosenza, Lamezia Terme e Catanzaro. Documentate 33 truffe per un giro d’affari di circa 300mila euro

A cura di Redazione
16 dicembre 2025 13:20
Truffe agli anziani in Calabria, smantellata la rete dei “finti incidenti”: 21 misure cautelari e sequestri -
Condividi

Un’organizzazione strutturata, attiva su scala nazionale e specializzata nelle truffe agli anziani, è stata smantellata dai Carabinieri di Genova al termine di una complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli. Nelle ultime ore sono state eseguite 21 misure cautelari nei confronti dei presunti componenti del sodalizio criminale, con base operativa a Napoli ma ramificazioni in numerose regioni italiane, Calabria compresa.

Le truffe contestate sono state consumate in Liguria (Genova e Chiavari), Lombardia (Voghera e Pavia), Veneto (Verona), Lazio (Roma e Latina), Campania (Ottaviano), Calabria (Cosenza, Lamezia Terme e Catanzaro) e Sicilia (Palermo e Monreale). In totale sono 33 gli episodi documentati, per un giro d’affari stimato in circa 300mila euro, parte dei quali è stata recuperata.

L’indagine, avviata nel maggio 2024, ha già portato nel corso delle attività investigative all’arresto in flagranza di reato di 5 persone e alla denuncia di altri 7 soggetti per i reati di truffa e tentata truffa aggravata. Recuperati anche denaro contante e monili in oro sottratti alle vittime per un valore complessivo di circa 150mila euro. In una delle perquisizioni più significative, i militari hanno rinvenuto 120mila euro in contanti nascosti all’interno di uno scaldabagno, oltre a numerosi gioielli.

Secondo quanto emerso, le truffe seguivano uno schema ben collaudato. Al vertice operavano i cosiddetti “telefonisti”, incaricati di contattare le vittime fingendosi carabinieri o avvocati e prospettando gravi incidenti o imminenti arresti di figli e nipoti. Subentravano poi i “trasfertisti”, che si recavano fisicamente presso le abitazioni per ritirare denaro e gioielli. In alcuni casi entravano in gioco anche i “corrieri”, ai quali, pur non partecipando direttamente ai raggiri, veniva affidato il trasporto dei proventi illeciti verso Napoli.

A commentare l’operazione è stato il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, che ha definito le truffe “reati odiosi” perché commessi approfittando della fragilità di persone anziane, spesso sole o in difficoltà. Vittime che, sotto la pressione psicologica e la paura di conseguenze giudiziarie per i propri familiari, arrivavano a consegnare contanti e preziosi per somme anche di 8-9mila euro.

Segui CalabriaOk