Strongoli - L'antico dipinto ritorna alla vita
Strongoli – E stato restaurato e riposizionato nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, il dipinto tardo settecentesco, opera di un ancora anonimo pittore di Scuola Romana, posto a corredo della cap...

Strongoli – E stato restaurato e riposizionato nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, il dipinto tardo settecentesco, opera di un ancora anonimo pittore di Scuola Romana, posto a corredo della cappella di San Pietro.

Il lavoro è stato affidato dunque alla restauratrice Simona Feraudo di Cosenza la quale con la supervisione della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Crotone-Catanzaro ed il sostegno del dott. Giovanni Marrello, ha portato a termine il difficoltoso intervento di recupero del dipinto.
La velinatura della superficie dipinta è stata eseguita con carta giapponese e colletta calda stesa a pennello per proteggere la superficie; è stata poi eseguita la fermatura del colore, la disinfezione del supporto tessile. Si è poi proceduto con la foderatura del dipinto montato su un nuovo telaio ad espansione. Dopo la svelinatura è stata effettuata la pulitura chimico-meccanica e la stuccatura. Nella fase del restauro estetico sono state effettuate verniciature della pellicola pittorica. L’integrazione pittorica delle lacune stuccate e delle abrasioni, è stata eseguita a velature, a selezione cromatica e ad astrazione cromatica con acquarelli e con colori a vernice.
Un intervento incredibile, meticoloso e preciso finalizzato a restituire la corretta lettura cromatica dell’opera che oggi si presenta più bella che mai. Nei giorni scorsi si è tenuta la presentazione con un evento in Cattedrale al quale ha preso parte, tra gli altri, anche il vescovo della diocesi di Crotone-Santa Severina, monsignor Angelo Panzetta.
Durante la giornata è stato ripercorso l’iter che ha portato al restauro del dipinto che si presentava in condizioni precarie come spiega il notaio Carlo Perri: «Sembrava quasi impossibile rimetterlo a posto, invece la restauratrice è riuscita magistralmente a riportare alla luce questa capolavoro locale».

Una fruttuosa sinergia che è diventata anche una buona pratica. «Adesso – conclude il notaio – abbiamo voglia di far conoscere questa opera anche per stimolare atteggiamenti virtuosi per il futuro visto che ci sono moltissime altre tele in tutta la provincia che andrebbero assolutamente tutelate e salvaguardate».