Soverato celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato con uno spettacolo teatrale inclusivo

Soverato ha ospitato giovedi, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, uno spettacolo teatrale presso il Teatro Comunale. L’evento è stato concesso dall’amministrazione del Sindaco Vacca e...

A cura di Redazione
22 giugno 2025 19:00
Soverato celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato con uno spettacolo teatrale inclusivo -
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Soverato ha ospitato giovedi, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, uno spettacolo teatrale presso il Teatro Comunale. L’evento è stato concesso dall’amministrazione del Sindaco Vacca e organizzato da Fondazione Città Solidale, in collaborazione con la Migrantes dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace.

L’apertura della serata è stata curata da Maurizio Chiaravalloti, del Settore Immigrazione di Città Solidale, che ha evidenziato l’importanza di celebrare giornate come questa e ha annunciato che la Fondazione ha ricevuto il Premio WeWelcome 2024 a Roma per una società più inclusiva. Il valore di questo riconoscimento e l’impegno trentennale dell’ETS nella promozione dell’inclusione sono stati sottolineati anche da Padre Piero Puglisi.

Lo spettacolo ha visto la partecipazione dell’Associazione Coro Folkloristico Ucraino Oberigh, che ha aperto l’evento, seguito da una piece teatrale diretta da Lucia Sinopoli. La commedia, intitolata “Sulu i stupidi non cangianu idea”, ha offerto un mix di umorismo e messaggi profondi su temi come la non discriminazione e il superamento degli stereotipi.

Sul palco, la compagnia “Cuori Migranti”, composta da operatori e ospiti dei SAI di Fondazione Città Solidale “Casa Roella” e “Santa Maria del Monte”, ha riscosso grande successo e numerosi applausi da un pubblico attento. La serata si è conclusa con la testimonianza toccante di BITO II SAMUEL RICHARD, ospite del Centro di Accoglienza SAI di Città Solidale “L’Approdo” di Girifalco. BITO ha condiviso la sua esperienza di un viaggio difficile, di relazioni inizialmente di aiuto che si sono rivelate sfruttamento, fino all’arrivo nella “grande famiglia” di Città Solidale, che ha saputo valorizzare i giovani e le loro storie attraverso il teatro e la cultura popolare.

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