Sibaritide, stretta contro il caporalato: 23 braccianti in nero scoperti nei campi

Controlli dell’Ispettorato del Lavoro con Carabinieri e OIM: sospese quattro aziende agricole e sanzioni per oltre 129mila euro

A cura di Redazione
16 dicembre 2025 13:00
Sibaritide, stretta contro il caporalato: 23 braccianti in nero scoperti nei campi -
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Prosegue senza sosta l’azione di contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura da parte dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Cosenza, impegnato in un’intensa attività di vigilanza nel territorio della Sibaritide. I controlli rientrano nel progetto A.L.T. Caporalato T.R.E., realizzato in sinergia con i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) e con il supporto dei mediatori culturali dell’OIM.

Nel corso delle ispezioni sono state controllate otto aziende agricole, prevalentemente attive nella raccolta di agrumi e ortaggi di stagione. Su 86 lavoratori verificati, 23 sono risultati completamente irregolari, tutti cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno e impiegati senza alcuna forma contrattuale. Gli accertamenti hanno inoltre fatto emergere violazioni del CCNL, irregolarità sull’orario di lavoro e gravi carenze in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

A seguito delle violazioni riscontrate, quattro attività agricole sono state sospese per l’impiego di manodopera senza la preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro. Ai titolari è stata applicata una sanzione aggiuntiva di 2.500 euro, oltre alla maxi-sanzione per lavoro nero pari a 3.900 euro per ciascun lavoratore irregolare. Le sanzioni amministrative complessive ammontano a 89.700 euro.

Particolare attenzione è stata rivolta anche alla tutela della salute dei lavoratori. Gli ispettori hanno infatti emesso otto prescrizioni per violazioni in materia di sicurezza e prevenzione, riscontrando, tra l’altro, l’assenza di sorveglianza sanitaria, di formazione obbligatoria, del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), nonché la mancata consegna dei dispositivi di protezione individuale e l’uso di attrezzature non conformi. Le ammende per queste irregolarità ammontano a 40mila euro.

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