Scuole sotto sorveglianza a Crotone -DemoS «La sicurezza non è controllo»
Il Coordinamento preoccupato per l'aumento delle forze dell'ordine negli istituti scolastici e chiede un approccio più educativo e inclusivo alla sicurezza
Crotone - Il Coordinamento DemoS Crotone haespresso preoccupazioni in merito alla crescente presenza delle forze dell'ordine agli ingressi degli istituti scolastici, un fenomeno che sta diventando sempre più frequente anche nella città di Crotone. Secondo l’organizzazione, queste operazioni, giustificate dalla necessità di garantire la "prevenzione" e la "sicurezza", potrebbero avere conseguenze negative sul rapporto tra studenti e istituzioni scolastiche.Nel loro comunicato, il Coordinamento ha dichiarato che alla base di queste operazioni sembra prevalere una logica emergenziale e di controllo, piuttosto che un vero e proprio intervento di prevenzione. La presenza di poliziotti e carabinieri, talvolta accompagnati da cani antidroga, "rischia di alimentare un clima di sospetto e timore, in cui gli studenti sono percepiti — e percepiscono se stessi — non come protagonisti della propria crescita, ma come potenziali soggetti da sorvegliare, come un problema da gestire". Il Coordinamento ha inoltre messo in guardia contro il rischio che tale approccio possa "rafforzare la distanza tra giovani e istituzioni, invece di promuovere fiducia, dialogo e corresponsabilità". In particolare, secondo l’organizzazione, la costante presenza delle forze dell'ordine potrebbe insegnare ai ragazzi una dinamica da “guardie e ladri”, in cui i giovani finiscono per imparare a "proteggersi, a eludere il controllo e a vedere lo Stato non come alleato, ma come soggetto da cui difendersi".
Il comunicato sottolinea anche che questo tipo di intervento rischia di "normalizzare regole imposte senza spiegazioni, applicate senza volontà di dialogo", allontanando così l'obiettivo di costruire fiducia e corresponsabilità nelle scuole. Secondo il Coordinamento DemoS, le cause profonde del disagio giovanile e delle difficoltà relazionali a scuola "non possono essere affrontate solo con presidi esterni", poiché si tratta di fenomeni che intersecano dimensioni sociali, familiari, culturali ed educative molto più complesse. A tal proposito, il sociologo ed educatore Claudio Cippitelli ha dichiarato: "Parlare di prevenzione a scuola dovrebbe significare progettare insieme, docenti e studenti, percorsi di crescita e consapevolezza, non innalzare barriere e allarmi. L'educazione è un processo di corresponsabilità e fiducia." Il Coordinamento ha ribadito che sarebbe necessario ripensare la prevenzione come "investimento in processi educativi, dialogo e ascolto", creando spazi sicuri e accoglienti all'interno delle scuole e coinvolgendo le famiglie e i territori in un approccio di comunità.
Nel comunicato, l’organizzazione ha sottolineato che "la sicurezza scolastica non è una questione da delegare solo alla polizia, ma un bene comune da costruire insieme, attraverso progettualità condivise che riconoscano i giovani, le loro potenzialità, il loro essere protagonisti". Inoltre, Riccardo De Facci, presidente del CNCA, ha osservato: "La prevenzione non è mai solo un obbligo normativo o una misura di controllo, ma una competenza educativa costruita insieme, attraverso il dialogo e la volontà di ascolto, per fornire gli strumenti della scelta e della resilienza." Infine, il Coordinamento DemoS Crotone ha lanciato un appello alla comunità educativa e istituzionale, invitando a ripensare il concetto di sicurezza nelle scuole, orientandolo verso un modello che privilegi l'inclusione, il dialogo e il supporto, piuttosto che il controllo esterno.