Scoperto a Torino un biomarcatore per la diagnosi precoce della SLA

I ricercatori hanno individuato nel sangue un insieme di proteine che potrebbe rappresentare un biomarcatore affidabile per identificare la SLA nelle sue fasi iniziali

19 agosto 2025 14:05
Scoperto a Torino un biomarcatore per la diagnosi precoce della SLA -
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TORINO (ITALPRESS) – Scoperto un biomarcatore per la diagnosi precoce della Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla). Il risultato arriva da uno studio internazionale coordinato dal professor Adriano Chiò, direttore della Neurologia 1 universitaria della Città della Salute e della Scienza di Torino – ospedale Molinette, e dal professor Andrea Calvo, neurologo della medesima struttura, in collaborazione con il National Institutes of Health (NIH) degli Stati Uniti. I risultati della ricerca sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Nature Medicine.

I ricercatori hanno individuato nel sangue un insieme di proteine che potrebbe rappresentare un biomarcatore affidabile per identificare la SLA nelle sue fasi iniziali. La scoperta si basa su una tecnologia di avanguardia nel campo della proteomica, chiamata Olink Explore 3072, che consente di misurare con estrema precisione la concentrazione di oltre 3 mila proteine circolanti nel plasma. Lo studio ha coinvolto inizialmente 183 pazienti con Sla e 309 persone sane. Utilizzando la piattaforma Olink – che sfrutta un sistema basato su anticorpi abbinati a sonde a Dna, per rilevare variazioni anche minime nella presenza delle proteine – i ricercatori hanno identificato 33 proteine i cui livelli sono significativamente alterati nel sangue dei pazienti, rispetto alle persone sane.

Un dato importante emerso dallo studio riguarda la possibilità di rilevare segnali della malattia anche diversi anni prima della comparsa dei sintomi clinici, un processo che coinvolge principalmente muscoli, motoneuroni e metabolismo energetico. Lo studio suggerisce che la malattia ha una fase preclinica lunga e silente, durante cui potrebbe diventare possibile intervenire, prima del danno irreversibile. “Questi risultati rappresentano una vera svolta: per la prima volta disponiamo di uno strumento potenziale non solo per migliorare ed accelerare la diagnosi di Sla, ma anche per identificarla in una fase molto precoce, permettendo di intervenire in modo più immediato e mirato”, spiega il professore Adriano Chiò.

– foto xn3/Italpress –

(ITALPRESS).

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