Ottantasei voci sullo stesso palco: la Scuola di Teatro “Enzo Corea” celebra quarant’anni di arte e comunità

Un evento corale tra memoria, emozione e speranza apre le celebrazioni del quarantesimo anno della storica scuola di Catanzaro

A cura di Redazione
19 ottobre 2025 21:00
Ottantasei voci sullo stesso palco: la Scuola di Teatro “Enzo Corea” celebra quarant’anni di arte e comunità -
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CatanzaroUna serata diventata abbraccio. Sul palco del Teatro Comunale, ottantasei persone si sono alternate in un flusso unico di energia, emozione e memoria condivisa per dare vita a Tutti in un Atto, lo spettacolo che ha riunito tutte le sedi della Scuola di Teatro “Enzo Corea”. Bambini, ragazzi, giovani e meno giovani provenienti da Catanzaro, Fossato Serralta, Amaroni e Tiriolo hanno animato una vera e propria reunion corale e simbolica.

Dal Gigante Egoista a Su ogni pallottola un nome
Da Catanzaro sono arrivati i tre corsi: i piccoli con un adattamento del Gigante Egoista, i ragazzi con brani tratti da Il Futuro in Libertà e Laudate Hominem, i giovani con il finale de La Taverna dei Ribelli. Fossato Serralta ha portato in scena un estratto di Semi Sepolti sulla Sabbia, Amaroni ha rappresentato la parte centrale dello spettacolo Di come Cristoforo Colombo non scoprì le Indie, ma Pasquale Gargiulo trovò un posto di lavoro, e Tiriolo ha proposto i più piccoli nella favola di Jack e il Fagiolo Magico, mentre il corso misto ragazzi-giovani-adulti ha chiuso con Su ogni pallottola un nome.

Il direttore artistico Salvatore Emilio Corea ha ricordato:
"Abbiamo mostrato ciò che siamo, ciò che abbiamo costruito nel trentanovesimo anno, e con questo spettacolo abbiamo aperto le celebrazioni del quarantesimo. Ottantasei persone sul palco, come il nostro anno di nascita: 1986. È il nostro modo di brindare insieme a questi primi quarant’anni di vita condivisa."

Un percorso tra favola e coscienza civile
Lo spettacolo ha intrecciato temi e toni diversi: dalla caduta dei muri alla ricerca della libertà attraverso l’amore, dalla denuncia dei poteri ciechi all’esodo dei popoli, fino alla violenza dei tiranni e al coraggio di disarmarsi. La drammaturgia, unendo poesia e realtà, si è conclusa con la struggente battuta del giovane protagonista:
"Che cosa volete da me? Non posso più tornare indietro… Non è una partita al videogioco…"

Gli insegnanti in scena e il passaggio di testimone
La serata si è aperta con gli insegnanti in scena: dai riscaldamenti di Salvo Corea, alle lezioni di dizione di Gianpaolo Negro, alle incursioni teatrali di Pasquale Rogato, fino all’arrivo di Cecè Lazzaro con la maschera neutra, tutti guidati dalla geniale Claudia Olivadese. Un piccolo atto teatrale nel grande atto principale, fino a quando gli insegnanti hanno lasciato il palco agli allievi, ricordando che il ruolo del maestro è insegnare e poi lasciar andare.

Un traguardo e un nuovo punto di partenza
L’evento non ha segnato solo la chiusura di un anno, ma anche l’inizio del quarantesimo della cooperativa Edizione Straordinaria, fondata nel 1986 da giovani che ancora oggi portano avanti la passione per il teatro: il geniale Franco Corapi, autore di molti testi portati in scena, e Salvatore Emilio Corea, che ha voluto ricordare la figura del padre Enzo e della madre Annamaria Romiti.

Corapi ha sottolineato:
"Fare cultura in Calabria non è facile, ma è necessario. Chi lavora qui lo fa per costruire, non per vanità. Lo spettacolo di domenica lo ha dimostrato: l’arte può ancora unire."

Un abbraccio teatrale collettivo
Le luci si spengono, i costumi vengono riposti, ma il numero 40 risplende come promessa di continuare a crescere insieme. Come conclude Corea:
"Ottantasei persone in scena non sono solo numeri, sono storie, incontri, cammini. È così che vogliamo aprire i nostri quarant’anni: tutti insieme, in un solo atto."

Accanto a lui, le voci degli insegnanti confermano il senso dell’esperienza: appartenenza, varietà dei linguaggi, emozione e verità scenica, trasformando Tutti in un Atto in un vero e proprio abbraccio teatrale.

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