Oreste Gualtieri e la sua Africa: «Lì è il futuro ma serve cooperazione»
«Il futuro è l’Africa». Solo qualche settimana fa, proprio dalle pagine del nostro giornale, Oreste Gualtieri, responsabile Sanitario sull’intero territorio Nazionale Italiano per le relazioni economi...

«Il futuro è l’Africa». Solo qualche settimana fa, proprio dalle pagine del nostro giornale, Oreste Gualtieri, responsabile Sanitario sull’intero territorio Nazionale Italiano per le relazioni economiche con i diciannove Paesi di competenza della Camera di commercio ItalAfrica Centrale, aveva raccontato i progetti in cantiere per portare nel Continente una sanità a passo con i tempi. Gualtieri però guarda oltre e commenta anche le azioni della politica Europea a sostegno di quei Paesi che sono alla ricerca di un riscatto economico e sociale.
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«Si parte – spiega Gualtieri – con l’ Agenda 2030 che è un piano d’azione per le persone e per il pianeta, per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta nel 2015 da 193 Paesi delle Nazioni Unite tra cui l’Italia per condividere l’impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano». Tra gli obiettivi, Gualtieri si sofferma sul numero 3 «strettamente connesso – sottolinea – agli altri 17 SDGs in quanto la salute dipende solo in parte dalla disponibilità dei Servizi Sanitari per la prevenzione e la cura delle malattie, ma è legata al contesto economico, sociale e politico nel quale si vive».
La salute risulta essere un bene primario per qualsiasi paese e qualsiasi essere umano, ma è anche un grande volano di benessere economico dal momento che, per funzionare, un sistema sanitario ha bisogno di personale sanitario e dell’industria che produce le tecnologie mediche farmaceutiche necessarie alla prevenzione e diagnosi, alla cura, alla riabilitazione.
In questo contesto si colloca la spinosa questione dei flussi migratori: «Considerando che l’Africa ha una popolazione di 1,3 miliardi di abitanti (la metà non arriva neanche a ventanni) e che nei prossimi 30 anni raddoppierà la sua popolazione, si capisce perfettamente che il solo decreto del Governo Meloni per la gestione dei flussi migratori e la semplificazione delle procedure in materia di immigrazione, sicuramente non potrà bastare a frenare l’ondata del flusso migratorio. è doverosa la cooperazione economica per creare lavoro e benessere e far restare gli immigrati nelle loro terre d’origine. Bisogna operare con diverse sinergie mirate ed efficaci che coinvolgono non solo gli stati ma anche le aziende, cercando di creare posti di lavoro, occupazione in loco evitando di conseguenza flussi migratori.
Oggi non c’è neanche più l’alibi della carenza o insufficienza di risorse, infatti ricordiamo agli imprenditori che ci sono dei fondi della programmazione europea 2023-2027, in aggiunta anche altre risorse della manovra finanziaria 2023». Per queste ragioni La Camera di Commercio Italafrica Centrale sostiene in piena la politica della premier Meloni perché l’Italia si faccia promotore di un piano Mattei per l’Africa, «un modello virtuoso» di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni Africane.
«La nostra missione – continua Gualtieri – sarà quella di creare attraverso un tessuto relazionale ed imprenditoriale, una serie di progetti innovativi e tecnologici potenziando la rete di interscambio e soprattutto, una reciprocità produttiva che significa prima di tutto dare un aiuto efficace alle economie dei paesi Africani e cercare di fermare di conseguenza i flussi irregolari migratori verso l’Europa. Possiamo dire chiaramente che si rispolvera il Piano Mattei. Il piano prevede di arrivare entro due anni al totale sganciamento dal gas russo, per poi crescere progressivamente come hub di distribuzione di energia dal Nord Africa al cuore dell’Unione europea.