Oliverio: “La Commissione Europea conferma, i rifiuti di Crotone devono essere portati fuori dalla Calabria”

L’ex presidente della Regione Calabria rivendica la correttezza del Decreto Ministeriale n. 7 del 2020 e del PAUR approvato nel 2019: “La decisione di smaltire i rifiuti pericolosi del SIN fuori regione era giusta. Ora Eni Rewind rispetti la legge e proce

A cura di Redazione
21 ottobre 2025 18:30
Oliverio: “La Commissione Europea conferma, i rifiuti di Crotone devono essere portati fuori dalla Calabria” -
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La risposta del Commissario Europeo per l'Ambiente Jessika Roswall all’interrogazione dell’on. Nesci certifica in modo chiaro ed inequivocabile che la decisione assunta dalla Conferenza dei Servizi decisoria dell’ottobre 2019, recepita con il Decreto Ministeriale n. 7 del 3 marzo 2020 contenente il PAUR, e fortemente voluta dalla Regione guidata dal sottoscritto, era quella corretta:

i rifiuti pericolosi (Tenorm e Norm) radioattivi con e senza amianto presenti nel SIN di Crotone devono essere smaltiti fuori regione, in impianti idonei e specializzati, in ragione:

  • della assenza in Calabria di impianti idonei allo smaltimento degli stessi,

  • del contesto ambientale gravemente compromesso,

  • e dell’elevata incidenza tumorale che pesa da anni sulla popolazione.

La Commissione Europea ha chiarito che il Regolamento (UE) 2024/1157 non vieta il trasferimento transfrontaliero dei rifiuti pericolosi verso Paesi OCSE, ma rafforza i requisiti di tracciabilità, sicurezza e sostenibilità.

È dunque la conferma che quanto stabilito nel 2019 era giusto e coerente con la direttiva europea e che, di conseguenza, ogni tentativo di Eni Rewind di lasciare i rifiuti a Crotone rappresenta una manovra inaccettabile, bocciata nei fatti anche dall’Unione Europea. Gli impianti all’estero esistevano allora e continuano a esistere oggi.

Le domande inevase

Perché, a partire dal 2020, non è stata attivata la Bonifica prevista dal Piano Operativo di Bonifica (POB FASE 2), approvato con DM 7/2020?
Perché Ministero, Regione, Comune e Provincia di Crotone non hanno assunto le iniziative necessarie per richiamare e diffidare Eni Rewind ad avviare la bonifica nel rispetto della legge?
Perché nessuno ha assunto la responsabilità di far rispettare le prescrizioni contenute nel PAUR, lasciando trascorrere cinque anni di totale immobilismo, fino a giungere al paradosso di mettere sotto accusa il PAUR con l’argomento della presunta impossibilità di portare i veleni fuori dalla Calabria, prima per la inesistenza di impianti, poi per presunti vincoli posti dal Regolamento (UE) 2024/1157?

Il ruolo del Comitato “Fuori i Veleni – Crotone vuole vivere”

Grazie all’iniziativa del Comitato “Fuori i Veleni – Crotone vuole vivere”, nel quale si sono ritrovati cittadini, consiglieri comunali, personalità e forze di diverso orientamento politico e culturale, è stato possibile smascherare e bloccare una grave operazione a danno della città e dei cittadini di Crotone.

Anche alla luce del chiarimento proveniente dalle Istituzioni Europee, Eni Rewind deve, nel pieno rispetto delle prescrizioni della Conferenza dei Servizi e del Decreto ministeriale 7/2020, mettere in atto un programma completo di bonifica, abbandonando l’illusione di potersi limitare a poche migliaia di tonnellate.

La bonifica deve essere completa, vera e rispondente a quanto previsto dal POB FASE 2, approvato nella Conferenza dei Servizi del 24 ottobre 2019, che ha fatto proprie le prescrizioni del PAUR assunto dalla Regione il 2 agosto 2019.

Necessari controlli e sicurezza

È necessario dare immediato avvio e operatività alla convenzione con ARPACAL, come già fatto nel 2016, per rafforzare i controlli con personale tecnico qualificato e competente.
ARPACAL è infatti l’Ente deputato al monitoraggio e alla certificazione della corretta esecuzione dei lavori di bonifica.

Nel 2016 la Giunta Regionale impegnò 2 milioni di euro per una convenzione che permise l’incremento di 13 tecnici specializzati a disposizione dell’Agenzia.

Occorre ora applicare integralmente le prescrizioni contenute nel PAUR, che prevedono, tra l’altro:

  • il controllo e monitoraggio continuo e costante da parte di ARPACAL,

  • la realizzazione di una tendostruttura a copertura dell’area di intervento della bonifica, per impedire la dispersione di nanoparticelle di polvere nell’ambiente, tutelare la popolazione esposta e garantire la sicurezza in caso di condizioni meteo avverse, come forti raffiche di vento.

Da quanto si legge, è inaccettabile che i lavori finalmente avviati possano procedere senza osservare le misure di sicurezza previste e senza adeguato controllo e monitoraggio.
Se così fosse, si esporrebbe a serio rischio la salute dei cittadini.

Ora che anche il Commissario UE all'Ambiente ha chiarito, non ci sono più alibi:
le regole devono essere rispettate da tutti!

Eni Rewind deve procedere alla completa bonifica del SIN nel rispetto della legge.

È bene ricordare che Crotone è una città dell’Italia, e non dell’Africa, con tutto il rispetto dovuto alle realtà africane.

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