«Non raccontiamo la tradizione, la incarniamo»: i Malutempu e il rito sonoro di Farchinoria
Un viaggio nella Calabria arcaica tra miti, magie e suoni rituali, dove la voce diventa corpo e memoria collettiva
I Malutempu sono il progetto musicale di Antonio Olivo, polistrumentista cutrese con oltre vent’anni di carriera internazionale tra rock, metal, progressive ed elettronica, con collaborazioni con artisti come Pat Mastelotto (King Crimson) e Fabrice Quagliotti (Rockets). Dopo anni di sperimentazioni e concerti all’estero, Olivo è tornato nella sua Calabria, non per nostalgia, ma per restituire forma contemporanea ad una memoria che rischiava di spegnersi. «Malutempu nasce da un’urgenza di ritorno», ci spiega Antonio Olivo. «Ho sentito il bisogno di tornare alla mia terra e costruire un linguaggio che intrecciasse strumenti popolari, suggestioni mediterranee e sensibilità moderne. Con Franco Eco alla produzione e una squadra di musicisti calabresi abbiamo creato un suono che non riproduce la tradizione: la riattiva».
Da questo ritorno nasce Farchinoria, nuovo EP che è uscito il 17 novembre, scritto da lui stesso e prodotto da Franco Eco, che porta l’ascoltatore in un viaggio nella Calabria arcaica. Il titolo prende ispirazione dal raro testo etnografico di Giovanni De Giacomo, La Farchinoria: eros e magia in Calabria, che descrive riti pastorali notturni sospesi tra magia, eros e trance. «Non mi interessava verificarne la storicità, ma coglierne la forza simbolica: quella zona liminale in cui mito, corpo e voce si intrecciano», racconta Olivo.
L’EP nasce da una ricerca profonda e multidisciplinare. «Studiamo i riti, le lingue, le credenze — non per ricostruirli fedelmente, ma per comprenderne la logica simbolica e tradurla nel presente», continua nella nostra intervista. Lo studio si è sviluppato su più livelli: i dialetti della fascia ionica crotonese, ricchi di tratti arcaici e fonetiche rituali, sono stati analizzati grazie agli studi di Rohlfs e Trumper; le testimonianze orali sono state ascoltate e raccolte con attenzione; le formule iterative e apotropaiche dei canti terapeutici documentate da Carpitella e Leydi hanno guidato la costruzione vocale; e l’analisi di miti pastorali, figure magico–religiose e ritualità del territorio ha dato forma al contenuto evocativo dell’EP.
Il percorso di ricerca musicale e antropologica ha combinato l’ascolto diretto dei canti popolari, la sperimentazione con strumenti tradizionali come la lira calabrese e la fisarmonica e la collaborazione con interpreti del canto tradizionale. «Il percorso non è stato solo accademico o documentaristico», racconta Olivo, «ma un viaggio immersivo nella lingua, nella voce e nei gesti musicali, per far rivivere il mito attraverso il suono».
In Farchinoria la voce è parte centrale del progetto. «La voce è centro del nostro lavoro: è corpo, rito, incarnazione. Non è un semplice veicolo melodico: è un gesto vivo che evoca, protegge, guarisce, maledice. Nella nostra estetica è performativa, memoria, trance e soglia simbolica: apre uno spazio in cui mito e presente dialogano». Per questo, la partecipazione di Sasà Megna e Marzia Ruggieri diventa fondamentale. «Le loro voci non raccontano la tradizione, la incarnano», sottolinea Olivo, «trasmettendo la potenza dei riti antichi e dei canti terapeutici mediterranei».
Ogni brano dell’EP nasce dall’incontro tra mito e gesto sonoro. «La ricerca musicale in Farchinoria è un atto di etnomimesi», afferma Franco Eco, «non riproduce il folklore, ma compie il suo rituale, sia nella carne che nella voce. I Malutempu si fanno stregoni del suono, capaci di muovere l’emozione: ogni nota, ogni ripetizione, ogni timbro organizza l’ethos della narrazione e lo restituisce come rito scolpito nel suono».
Ma nel risultato di questo EP «Ogni brano è costruito per evocare, proteggere e raccontare», conclude Olivo, «la voce e gli strumenti diventano strumenti performativi: non c’è folklore, ma incarnazione. Farchinoria è una geografia emotiva e rituale, un viaggio sonoro che attraversa il mito e riaccende la memoria, suono dopo suono, respiro dopo respiro».
Ad accompagnare Olivo ci sono musicisti con cui Olivo ha già collaborato: Domenico Ierardi alla fisarmonica, Giovanni Squillacioti alle percussioni, Antonio Petitto al basso e contrabbasso e Francesco Denaro alla lira calabrese e cretese con corde simpatiche. La copertina dell’EP, realizzata dall’artista calabrese Franco Giordano, ha già un’ulteriore dimensione evocativa.