(VIDEO) No al cemento in via Israele: cittadini sfavoreli alla costruzione di alloggi popolari
Nel quartiere Tufolo-Farina nasce la protesta: raccolte in un’ora circa 200 firme e annunciato ricorso al Tar. I residenti denunciano la mancanza di aree verdi e criticità viabilistiche
A Crotone, vicino il Palakrò e gli uffici ASL, esiste un piccolo fazzoletto di terreno incolto in via Israele, su cui il Comune ha deliberato la costruzione di 24 alloggi di edilizia popolare. Una scelta che ha subito acceso le proteste dei cittadini, preoccupati per la vivibilità del quartiere Tufolo-Farina.
Giovedì 4 settembre si è svolta proprio in via Israele un’assemblea pubblica molto partecipata, a cui hanno preso parte iscritti al Comitato di Quartiere Tufolo-Farina e cittadini non iscritti. “L’assemblea ha votato un ordine del giorno che dice no alla cementificazione di via Israele”, ha dichiarato Alfonso Gaetano, presidente del Comitato.
Alfonso Gaetano ha sottolineato le criticità: “Il quartiere ha bisogno di aree di servizio, spazi per bambini e anziani, e il Comune invece vuole costruire su una delle poche aree certificate a verde. Questa assemblea ha legittimato il Comitato a rappresentare gli interessi del quartiere e a tracciare una linea di opposizione a questa scelta ingiusta e scellerata”.
Secondo il presidente Gaetano, l’amministrazione comunale ha scelto la linea del silenzio di fronte alle istanze del Comitato. Una PEC del Comune ha convocato un tavolo tecnico per il 12 settembre, ma senza risposte concrete alle richieste di annullamento in autotutela della delibera. “La viabilità del quartiere non può dipendere da un finanziamento in corso. Via Israele è una scelta dell’amministrazione e potrebbero scegliere altre aree senza pregiudicare i residenti”, spiega Gaetano.
Il progetto prevede 24 unità di edilizia sociale, ma l’area è certificata come verde pubblico dagli ordini degli ingegneri e architetti. Il Comitato ha evidenziato diverse criticità: destinazione vincolata a verde pubblico; presunti trasferimenti volumetrici illegittimi; violazione del PRG (art. 19, comma 6), che impone il recupero delle volumetrie nella stessa area; divieto di edificazione secondo l’art. 50, comma 2 dello strumento urbanistico; viabilità insufficiente, aggravata dalla vicinanza alla rotatoria del Palakrò.
Durante l’assemblea è stata deliberata una raccolta firme, che prenderà il via con un banchetto in via Israele dalle 17 alle 20 fino al 28 settembre. È stata inoltre approvata una raccolta fondi per un ricorso al Tar, affidando al presidente del Comitato il compito di individuare un avvocato di fiducia. Infine, si prevede una giornata ambientale per la pulizia dell’area, probabilmente il 28 settembre.
Gaetano evidenzia anche il problema dei fondi destinati ad altri quartieri: “Quasi 3 milioni di euro previsti per il quartiere Fondo Giù e risorse da via Correa del Sud sono stati spostati per finanziare questi alloggi. I residenti meritano trasparenza sulle scelte e sulle risorse sottratte ad altre aree”.
Costruire in quest’area potrebbe creare un precedente che mette a rischio tutte le aree verdi cittadine, compromettendo la vivibilità e la socializzazione nei quartieri. Inoltre, l’incremento di 30 alloggi aumenterebbe il traffico veicolare e le criticità logistiche già esistenti.
Il Comitato ribadisce il no agli alloggi in via Israele e chiede che l’area rimanga destinata a verde, come previsto dal PRG e dai piani di lottizzazione. La battaglia dei cittadini si prepara a spostarsi nelle sedi legali, con ricorso al Tar e petizione a sostegno della vivibilità del quartiere Tufolo-Farina.