‘Ndrangheta, 7 arresti tra Crotone e Milano per favoreggiamento di latitanti

Delle sette persone coinvolte, cinque sono state destinatarie della misura cautelare in carcere, mentre due sono state poste agli arresti domiciliari.

26 novembre 2025 09:54
‘Ndrangheta, 7 arresti tra Crotone e Milano per favoreggiamento di latitanti -
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CATANZARO (ITALPRESS) – I Carabinieri del Comando Provinciale di Crotone, con l’ausilio di personale a Milano, hanno dato esecuzione oggi, 26 novembre 2025, a un’Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Catanzaro. Sette persone risultano gravemente indiziate per vari reati, in particolare per procurata inosservanza della pena, aggravata dall’obiettivo di aver agevolato l’attività dell’associazione ‘ndranghetistica denominata locale di Cirò. Delle sette persone coinvolte, cinque sono state destinatarie della misura cautelare in carcere, mentre due sono state poste agli arresti domiciliari.

L’attività investigativa, coordinata dalla D.D.A. di Catanzaro e condotta dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Crotone, si è concentrata sul periodo compreso tra l’1 luglio 2024 e il 19 novembre 2024. Le indagini hanno permesso di disvelare e ricostruire una rete di fiancheggiatori. Questi soggetti sono ritenuti responsabili di aver curato e agevolato l’attività della cosca mafiosa di Cirò, facilitando la latitanza di due figure apicali del sodalizio: S.C. (43 anni) e A.A. (52 anni), entrambi residenti a Cirò Marina (KR).

I due latitanti stavano sottraendosi all’esecuzione di una pena residua, inflitta con una Sentenza emessa il 24 settembre 2021 dalla Corte d’Appello di Catanzaro, e divenuta irrevocabile per pronuncia della Corte di Cassazione. La condanna (pari a 3 anni, 25 giorni di reclusione e 5 mesi, 11 giorni di interdizione) li riconosceva colpevoli di associazione per delinquere di stampo mafioso nell’ambito della complessa operazione denominata “Stige”. Le condotte contestate ai fiancheggiatori includono l’aver fornito supporto logistico (appoggio logistico) e l’aver consegnato agli indagati SIM telefoniche che erano state appositamente attivate e intestate a prestanome. L’intento era quello di favorire la latitanza degli associati, eludendo le attività investigative e le ricerche delle forze dell’ordine

– Foto di repertorio IPA Agency –

(ITALPRESS).

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