Natale tra fragilità e speranza: l’annuncio di Dio che si fa vicino

L’omelia dell’Arcivescovo Maniago al Centro per la Giustizia Minorile della Calabria

A cura di Redazione
27 dicembre 2025 19:00
Natale tra fragilità e speranza: l’annuncio di Dio che si fa vicino -
Condividi

Nel silenzio carico di attese e domande del Centro per la Giustizia Minorile per la Calabria, il Natale ha trovato una voce capace di farsi carezza e provocazione insieme. È qui che l’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, S.E. Mons. Claudio Maniago, ha pronunciato l’omelia in preparazione al Natale 2025, scegliendo di annunciare il mistero dell’Incarnazione in un luogo dove la fragilità umana si mostra senza maschere e dove la speranza, spesso, ha bisogno di essere ricostruita giorno dopo giorno.

Al centro della riflessione dell’Arcivescovo, la distanza netta da ogni immagine di Dio lontano o indifferente. Il Natale cristiano, ha ricordato, non parla di un Dio che osserva dall’alto, ma di un Dio che entra nella storia, che “si sporca le mani” facendosi uomo in Gesù Cristo. Non un’apparenza, non un superuomo, ma vera umanità: tanto che negarla significherebbe uscire dal cuore stesso della fede. L’Incarnazione dice che Dio ha voluto condividere il tempo, le fatiche e le relazioni dell’uomo per restargli vicino, sempre.

Da qui il primo grande annuncio del Natale: Dio non abbandona mai l’uomo. Nemmeno quando l’uomo si distrae, si allontana o vive come se Dio non esistesse. Quel Bambino nato a Betlemme continua a dire una fedeltà che non viene meno, perché nasce dall’amore e non dal merito. Una parola che, in un luogo segnato da storie difficili, diventa promessa di compagnia e di presenza.

Il Natale, ha sottolineato l’Arcivescovo, parla anche della grandezza dell’uomo. Se Dio ha assunto la nostra natura, allora ogni vita umana è preziosa. Tutti, senza esclusioni, siamo figli agli occhi di Dio. Anche quando sbagliamo, anche quando deludiamo, anche quando ci perdiamo. Chiamare Dio “Padre” significa riconoscere che la dignità non viene mai cancellata dall’errore: resta, perché fondata sull’amore di Dio e non sulle prestazioni dell’uomo.

Da questa consapevolezza nasce un messaggio di speranza forte e concreto: esiste sempre una possibilità di rimettersi in cammino. Anche quando si paga il prezzo delle proprie scelte, la vita non è mai chiusa. Il Natale ricorda che nessuna storia è definitivamente spezzata. È un appello che interpella la responsabilità personale, ma anche quella sociale: una comunità è davvero umana quando sa custodire la dignità di ciascuno, soprattutto nei momenti di caduta.

A rendere visibile questa parola è stata anche la visita dell’Arcivescovo al nuovo centro diurno polifunzionale per minori e giovani, annesso alla Comunità Ministeriale del Centro per la Giustizia Minorile per la Calabria. Uno spazio pensato per accompagnare, educare e offrire opportunità, chiamato a diventare un punto di riferimento per il territorio e per le fasce giovanili più fragili. Un segno concreto di un Natale che non resta idea, ma si fa prossimità, ascolto e speranza possibile.

Segui CalabriaOk