Natale come svolta dell’anima e della storia: l’invito di monsignor Saraco alla Basilica Cattedrale

Dalla fragilità del presente alla speranza che nasce a Betlemme, il rettore-parroco della Basilica Cattedrale accompagna il Natale come tempo di rinascita personale e comunitaria

A cura di Redazione
21 dicembre 2025 08:30
Natale come svolta dell’anima e della storia: l’invito di monsignor Saraco alla Basilica Cattedrale -
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Nel periodo natalizio, mentre la città si prepara a celebrare il mistero della Natività del Signore, la Basilica CattedraleChiesa dell’Immacolata sta vivendo con intensità i momenti liturgici che scandiscono l’attesa e la gioia del Natale. Un tempo forte dell’anno ecclesiale che la comunità parrocchiale di San Dionigi è chiamata a vivere come occasione di raccoglimento, preghiera e rinnovamento interiore. È in questo contesto che si inserisce la lettera di auguri del rettore-parroco, monsignor Alessandro Saraco, un messaggio che accompagna il cammino dei fedeli e invita a riscoprire il significato più autentico del Natale come tempo di speranza, di conversione.

invita a guardare al cuore del mistero natalizio come a una risposta concreta alle paure del nostro tempo: la solitudine, la perdita di fiducia nella vita, la tentazione di sentirsi abbandonati o senza via d’uscita. È proprio lì, sottolinea, che il Natale parla con più forza, perché annuncia che nessuno è solo, che nessuno è perduto, che Dio entra nella storia per restare accanto all’uomo, soprattutto quando la notte sembra più buia.

Il Natale, per mons. Saraco, è anche una chiamata al cambiamento. Il Bambino di Betlemme non chiede rassegnazione, ma conversione dello sguardo e della vita. La sua nascita, scrive, “non lascia le cose come stanno”, perché è una rivoluzione silenziosa che tocca il cuore, la mente, le relazioni, la società. È una rivoluzione che passa attraverso la tenerezza, non la forza, e che chiede di lasciarsi contaminare dal Vangelo per aprire passaggi di luce, perdono e salvezza. In questo senso, il Natale diventa criterio di discernimento per la comunità cristiana, chiamata a essere segno visibile di una speranza credibile, capace di farsi prossimità concreta.

Nel dialogo con la Parola di Dio, il rettore-parroco richiama il profeta Isaia, ricordando che “il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce”. È una luce che non cancella magicamente le fatiche, ma le attraversa. Gesù nasce povero e fragile, e proprio così insegna che la debolezza non è una sconfitta, ma il luogo in cui Dio sceglie di manifestarsi. Il Natale, allora, diventa anche un invito a non avere paura della fragilità, personale e collettiva, perché è lì che può nascere qualcosa di nuovo.

In questa prospettiva, mons. Saraco richiama con forza la figura di Maria di Nazareth, donna del “sì” e della fiducia, che accetta di lasciarsi coinvolgere nel progetto di Dio senza garanzie umane. Maria non trattiene per sé il dono ricevuto, ma lo consegna alla storia. È l’immagine di una Chiesa chiamata a fare lo stesso: non chiudersi, non difendersi, ma donarsi, diventare grembo di speranza per chi è stanco, ferito, deluso.

La riflessione si apre poi a una testimonianza luminosa, quella di Santa Teresa di Gesù Bambino, figura cara alla spiritualità del Natale. La sua vita, segnata dalla sofferenza e dalla prova, diventa per il rettore-parroco un esempio di come la fede possa trasformare il dolore in offerta e fiducia. Teresa insegna che anche nella notte più oscura si può scegliere l’amore, e che la santità non è eroismo straordinario, ma fedeltà quotidiana nelle piccole cose. In questo senso, il Natale diventa una scuola di umanità e di Vangelo, capace di educare lo sguardo e il cuore.

Il messaggio di monsignor Alessandro Saraco si fa infine preghiera e incoraggiamento. Il Natale è un tempo di grazia che chiede di essere vissuto insieme, come comunità, senza lasciare indietro nessuno. È un invito a farsi carico delle ferite degli altri, a essere Chiesa che accompagna, che ascolta, che sostiene. “Andiamo avanti con fiducia e con speranza certi che il Signore è con noi e non deluderà le nostre aspettative”, scrive il rettore-parroco, affidando alla nascita di Cristo il cammino della comunità parrocchiale e dell’intera città.

Il tempo natalizio alla Basilica Cattedrale entra nel vivo a partire dal 21 dicembre, con un percorso di celebrazioni che accompagna i fedeli verso il cuore del mistero dell’Incarnazione. Dal 16 al 23 dicembre la comunità è chiamata a prepararsi con la celebrazione quotidiana della Santa Messa e con la Novena di Natale, mentre il 20 dicembre la liturgia si arricchisce del concerto di Natale con il coro dei bambini della parrocchia San Dionigi.

Il 22 dicembre trova spazio anche la dimensione culturale con la proiezione del filmAnna Frank”, occasione di riflessione e memoria. Il 24 dicembre, nella Solennità del Natale del Signore, la Messa della notte alle 23,15 apre ufficialmente le celebrazioni natalizie, che proseguono il 25 dicembre con le liturgie del giorno e con la Messa solenne presieduta dall’arcivescovo di CrotoneSanta Severina, monsignor Alberto Torrian alle 11,30.

Il cammino continua il 28 dicembre con la conclusione dell’Anno Giubilare, il 31 dicembre con la Solennità di Maria Madre di Dio e il Te Deum di ringraziamento, e poi ancora il 1° gennaio, Giornata Mondiale della Pace, il 6 gennaio con l’Epifania del Signore e l’11 gennaio con la Festa del Battesimo del Signore. Un itinerario liturgico che, come ricorda lo stesso mons. Saraco, vuole essere non solo calendario di appuntamenti, ma cammino di fede.

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