Mesoraca, liceo senza riscaldamento da due settimane: la denuncia del Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani

Il CNDDU parla di violazione dei diritti fondamentali degli studenti del “Lombardi Satriani” e chiama in causa Provincia, Regione e istituzioni competenti

A cura di Redazione
13 dicembre 2025 18:00
Mesoraca, liceo senza riscaldamento da due settimane: la denuncia del Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani -
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Mesoraca – Da quattordici giorni le studentesse e gli studenti del Liceo delle Scienze Umane “Lombardi Satriani” di Mesoraca sono costretti a frequentare le lezioni in un edificio privo di riscaldamento, in pieno inverno. Una situazione definita “grave e inaccettabile” dal Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU), che in un duro comunicato firmato dal presidente nazionale, prof. Romano Pesavento, denuncia una vera e propria violazione dei diritti fondamentali.

Secondo il CNDDU, non si tratta più di un semplice disservizio tecnico, ma di una responsabilità istituzionale precisa. Mesoraca, comune dell’entroterra calabrese, è caratterizzato da condizioni climatiche rigide nel periodo invernale e da una collocazione geografica interna che rende la scuola un presidio essenziale non solo educativo, ma anche sociale e culturale. Lasciare un istituto scolastico senza riscaldamento, sottolinea il Coordinamento, significa colpire il cuore stesso della comunità e rafforzare un pericoloso senso di abbandono.

Sono circa 303 gli studenti coinvolti, con il diritto allo studio seriamente compromesso. Un diritto, ricorda il CNDDU, tutelato dall’articolo 34 della Costituzione italiana, che non si limita all’apertura formale delle scuole ma richiede condizioni materiali adeguate, sicure e rispettose della dignità della persona. Studiare al freddo, evidenzia Pesavento, espone i ragazzi anche a rischi per la salute, in contrasto con l’articolo 32 della Costituzione, e crea una discriminazione di fatto, in violazione dell’articolo 3, soprattutto nei confronti dei territori più periferici e fragili.

La situazione di Mesoraca, che si protrae ormai da due settimane, contrasta inoltre con gli obblighi internazionali assunti dall’Italia in materia di diritti umani. Il diritto all’istruzione, sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, non può essere garantito in ambienti scolastici privi delle condizioni minime di vivibilità e sicurezza, in particolare quando si tratta di minori.

Nel comunicato viene valorizzata anche la protesta degli studenti, definita pacifica e consapevole, come un esempio di cittadinanza attiva e di richiamo etico alle istituzioni. “Quando sono i giovani a dover ricordare allo Stato i propri doveri – si legge – emerge una frattura grave nel sistema di tutela dei diritti”.

Il Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani chiama in causa direttamente la Provincia di Crotone, competente per l’edilizia scolastica degli istituti superiori, chiedendo un intervento immediato per il ripristino del riscaldamento, in collaborazione con il Comune di Mesoraca e con l’Ufficio Scolastico Regionale – Ambito Territoriale di Crotone. Un appello è rivolto anche al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, affinché eserciti il proprio ruolo di indirizzo e coordinamento per garantire il rispetto dei diritti fondamentali degli studenti, soprattutto nelle aree interne e meno servite.

“Lasciare una scuola senza riscaldamento in un comune come Mesoraca – conclude il presidente Pesavento – significa raffreddare la fiducia dei giovani nelle istituzioni e indebolire il patto educativo su cui si fonda la democrazia”. Un monito chiaro e diretto: quando il freddo entra nelle aule, è la credibilità delle istituzioni a essere messa alla prova, e l’intervento non è più rinviabile.

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