Massimo Osanna: “Crotone merita un nuovo museo, aperto, accessibile e contemporaneo”

Il direttore generale dei musei italiani intervistato da Antica Kroton Futura su YouTube: “Il progetto sta cambiando paradigma, ora si lavora con la comunità”

A cura di Redazione
10 ottobre 2025 08:00
Massimo Osanna: “Crotone merita un nuovo museo, aperto, accessibile e contemporaneo” -
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CROTONE – Un museo non è più soltanto un luogo di conservazione, ma uno spazio vivo, dinamico, capace di dialogare con le comunità. A sottolinearlo è Massimo Osanna, archeologo di fama internazionale e Direttore Generale dei Musei del Ministero della Cultura, intervistato da Antica Kroton Futura su YouTube sul futuro del progetto Antica Kroton e sul ruolo di Crotone nel Mediterraneo.

Il museo non deve essere statico, perché la cultura non è statica” – afferma Osanna – “gli allestimenti devono parlare alle generazioni di oggi e trasformarsi con le esigenze della società. Serve superare barriere cognitive e sensoriali, rendere accessibili le narrazioni e usare anche il digitale, senza però sostituire la materialità degli oggetti, che sono il nostro legame concreto con chi ci ha preceduto”.

Il futuro museo: tra accessibilità e nuove tecnologie

Secondo l’archeologo, l’attuale Museo Archeologico di Crotone “ha pezzi straordinari ma muti”: per questo, l’idea condivisa con il sindaco, l’architetto Mario Cucinella e il team scientifico guidato da Carlo Rescigno, è quella di ripensare completamente l’allestimento e, parallelamente, valutare la costruzione di un nuovo grande museo contemporaneo.

“Un museo che potrebbe sorgere nell’area del Museo di Pitagora, sulle colline da cui si domina la città e il mare. Sarebbe il luogo ideale per raccontare in modo adeguato la storia e il territorio, unendo reperti, narrazione e tecnologie immersive. Non solo barriere architettoniche da abbattere – come l’ascensore che ancora non funziona – ma soprattutto barriere sensoriali e cognitive”.

Un progetto sistemico, che coinvolge la comunità

Osanna ha sottolineato come il cambio di passo del progetto Antica Kroton sia evidente: “Non più interventi scoordinati e scavi isolati, ma un approccio sistemico che mette insieme archeologi, amministratori, architetti e comunità. È fondamentale che i cittadini siano coinvolti, perché questo è prima di tutto patrimonio della comunità e solo dopo patrimonio mondiale”.

Gli scavi e i progetti avviati a Capocolonna e in altri siti urbani, con il coinvolgimento dei proprietari privati, rappresentano per l’archeologo “un esempio di collaborazione virtuosa”.

L’archeologia come scienza del contemporaneo

Per Osanna l’archeologia non è una disciplina che guarda solo al passato: “È una scienza del contemporaneo, perché i progetti devono dialogare con le città e con le comunità che vivono quei territori. A Crotone l’archeologia si intreccia con la riqualificazione urbana: non spazi da guardare e abbandonare, ma parchi e luoghi di socialità, spazi pubblici veri”.

Crotone, città achea, ponte nel Mediterraneo

Infine, l’ex direttore generale dei musei ha ribadito l’importanza di collocare Crotone in una rete più ampia di conoscenze: “Non bisogna guardare solo agli scavi locali, ma mettere in relazione Crotone con altre città della Magna Grecia e con l’Acaia. Qui arrivarono coloni che cambiarono la civiltà mediterranea: lingua, scrittura, democrazia, filosofia. È stato un mondo nuovo allora e deve tornare ad esserlo oggi”.

Conclude Osanna: “Antica Kroton non è più solo un progetto sulla carta, ma una realtà che sta prendendo forma. Adesso bisogna raccontarla e restituirla ai cittadini con un museo all’altezza della sua storia”.

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