Lavoratori di Telecontact Center in piazza a Catanzaro contro la cessione a Dna S.r.l.
Protesta delle sigle sindacali: “Mancano garanzie sull’occupazione”
A Catanzaro è andata in scena una nuova giornata di mobilitazione dei dipendenti di Telecontact Center, scesi in strada per opporsi al progetto di Tim che prevede la cessione del ramo d’azienda alla società Dna S.r.l., nata dalla fusione con un ramo del Gruppo Distribuzione.
Dalla mattina circa 300 lavoratori si sono ritrovati in piazza Matteotti, per poi muoversi in corteo lungo corso Mazzini fino a piazza Prefettura, accompagnati dai rappresentanti sindacali. In parallelo è stato fissato un incontro tra una delegazione dei lavoratori, i sindacalisti e il prefetto Castrese De Rosa.
La protesta riguarda l’intero perimetro nazionale del servizio, che coinvolge complessivamente 3.380 addetti, tra cui oltre 400 occupati nel sito di Catanzaro. Le organizzazioni sindacali – Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni – contestano l’operazione, giudicandola priva di certezze sulla tutela dei posti di lavoro e sulla continuità industriale del servizio.
_______________________
Il gruppo Pd al Comune di Catanzaro esprime vicinanza ai lavoratori Telecontact oggi in sciopero
"Il Partito Democratico al Comune di Catanzaro esprime la sua totale solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori di Telecontact Center Spa, in sciopero oggi per protestare contro la cessione del ramo d'azienda da parte del Gruppo TIM alla nuova società Dna Srl.
L'operazione, che interessa circa 1.600 dipendenti, distribuiti su diverse sedi in Italia, con una forte concentrazione nel Mezzogiorno e a Catanzaro, solleva fortissime preoccupazioni in merito alla tenuta occupazionale e alla qualità del lavoro nella città Capoluogo di Regione.
E' da ritenere inaccettabile che un'azienda controllata al 100% da TIM e che svolge da 25 anni un servizio fondamentale di customer care per l'ex monopolista di Stato, venga conferita a una società con un capitale sociale irrisorio (soli 10mila euro), con il timore concreto di una dequalificazione professionale e salariale, e di una potenziale delocalizzazione mascherata.
La scelta di TIM di esternalizzare il call center, facendolo uscire dal perimetro del Gruppo in un'operazione che non presenta alcun senso industriale, rischia di compromettere la qualità dei servizi e, soprattutto, crea una vera e propria bomba sociale in un territorio ad alta depressione occupazionale come la Calabria.
A tal proposito, il Partito Democratico, mediante l'interrogazione presentata a livello parlamentare dal responsabile economico Antonio Misiani, ha già chiesto al Governo e ai Ministri competenti (Imprese e Made in Italy, Lavoro e Infrastrutture) di intervenire con urgenza al fine di chiarire il ruolo dello Stato e verificare l'impatto di questa operazione, soprattutto considerando la presenza di Poste Italiane tra gli azionisti di Tim.
Anche da Catanzaro si alza forte la richiesta di convocare un Tavolo di crisi ministeriale che coinvolga TIM, i vertici di Dna Srl e le organizzazioni sindacali per ritirare la procedura di cessione e trovare una soluzione che tuteli pienamente i 1.600 lavoratori.
Non possiamo dunque che essere a fianco della nostra gente in sciopero e vigileremo in tutte le sedi istituzionali affinché il diritto al lavoro e la dignità professionale di queste persone non siano sacrificati sull'altare di miopi strategie finanziarie. TIM ha una responsabilità sociale che non può ignorare".
Gruppo Partito Democratico Comune di Catanzaro