(VIDEO) La Polizia di Stato smantella un sistema di raccolta clandestina: coinvolti gestori e mediatori

Sequestrato un centro scommesse in pieno centro città: Blitz contro le scommesse illegali a Crotone

A cura di Redazione
23 settembre 2025 09:58
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Dalle prime ore di questa mattina è scattata a Crotone un’operazione di polizia giudiziaria contro le scommesse illegali. L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica guidata dal dott. Domenico Guarascio, ha portato all’esecuzione di quattro misure cautelari domiciliari e al sequestro di una società che gestiva un centro scommesse, ritenuto il fulcro dell’attività illecita.

A condurre l’operazione sono stati 40 agenti della Squadra Mobile della Questura di Crotone, con il supporto della Polizia Amministrativa e Sociale (PASI) e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

A spiegare i dettagli dell’inchiesta è stato Davide Bitorzoli, capo della Squadra Mobile di Crotone, che ha tenuto una conferenza stampa poco prima di lasciare l’incarico per assumere un nuovo ruolo a Milano, dove entrerà a far parte della Sisco, Sezioni Investigative del Servizio Centrale Operativo.

«L’attività – ha chiarito – è partita da uno dei controlli che svolgiamo settimanalmente sugli esercizi commerciali dedicati alle scommesse. Da lì sono emersi elementi che, sviluppati investigativamente, hanno fatto emergere un sistema di raccolta di giocate su siti clandestini, i cosiddetti bookmaker .com, privi di licenza statale».

Bitorzoli ha sottolineato che si tratta di un meccanismo strutturato, ma senza legami diretti con la criminalità organizzata: «Non parliamo di ‘ndrangheta o di omicidi – ha spiegato – ma di un settore complicato, normativamente non lineare. Il monopolio delle scommesse è dello Stato: chi raccoglie puntate al di fuori commette un reato. In questo caso alcuni soggetti si erano organizzati in ruoli precisi: c’era chi fungeva da mediatore, chi da basista, appoggiandosi a un centro scommesse lecito che però permetteva anche giocate clandestine».

Il meccanismo illecito offriva ai clienti quote più vantaggiose rispetto ai circuiti legali, ma con conseguenze gravi: «Le scommesse clandestine – ha ricordato – garantiscono quote più alte, quindi girano più soldi. Questo però porta facilmente a indebitamenti, a usura e, come in questo caso, persino a episodi di estorsione». Uno dei quattro arrestati è infatti accusato di aver minacciato un complice per recuperare un credito derivante da giocate non saldate.

Il capo della Squadra Mobile ha inoltre evidenziato la portata diffusa del fenomeno: «Gli scommettitori non erano solo locali. Si poteva puntare anche telefonicamente, da qualsiasi paese della Calabria, purché ci fosse un rapporto di fiducia. Questo dimostra che il sistema non era circoscritto al solo centro sequestrato e ai quattro indagati».

Una delle vittime dell’attività illecita è stata proprio la persona che, con la sua denuncia, ha fatto emergere il sistema. «C’è una vittima certa, quella che ha denunciato – ha detto Bitorzoli – ma è evidente che il fenomeno non si limita a questo caso. Anche chi scommette su siti clandestini rischia conseguenze legali, ma la condotta punita più severamente resta quella di chi organizza e diffonde questi sistemi».

L’operazione di oggi non rappresenta un punto d’arrivo ma un passaggio di un percorso che continuerà. «I controlli – ha concluso Bitorzoli – proseguiranno in tutta la provincia. Il settore delle scommesse, per quanto sembri meno eclatante di altri ambiti criminali, ha un forte risvolto sociale negativo e non intendiamo abbassare la guardia».

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