La Calabria promuove la cultura del cibo con i suoi osti e le insegne gastronomiche

Premio "Giovane dell'anno" per Giuseppe Fragomeni di "Zio Salvtaiore" a Siderno superiore

A cura di Redazione
22 ottobre 2025 08:30
La Calabria promuove la cultura del cibo con i suoi osti e le insegne gastronomiche -
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E' «dinamico e ricco di autorevolezza» il panorama gastronomico della Calabria raccontato dalla edizione 2026 di Osterie d'Italia, il sussidiario del mangiarbere all'italiana edito da Slow Food Editore. «Negli ultimi anni - scrive Vincenzo Alvaro, coordinatore regionale della guida di Slow Food - (la Calabria) ha saputo conquistare la ribalta tra le nuove visioni della cucina italiana. Uno scenario interessante che non ha mai tradito il suo legame a doppio filo con la tradizione, pur guardando a evoluzioni contemporaee che fanno degli osti e ostesse della regione i veri alfieri di una consapevolezza che mette tutti d'accordo».

Nella guida presentata ieri a Torino presso OGR come "libro mastro" che racconta le diversità della cucina italiana sono recensite 1980 insegne scelte in ogni angolo del Paese per la cucina territoriale autentica, la rigorosa selezione degli ingredienti e l'atmosfera. Per la Calabria sono 73 le insegne recensite con un totale di 14 chiocciole, 6 novità, 12 locali quotidiani.

A riprova della dinamicità e della visione evoluta della cucina territoriale il premio "Giovane dell'anno" assegnato a Giuseppe Fragomeni della osteria Zio Salvatore di Siderno superiore. «Per la determinazione nel tornare a casa e portare una visione. Un cuoco di 22 anni - è scritto nel mensione - che fa del suo retaggio culturale la misura innovativa di un ritorno alla terra attraverso l’Osteria: la sua terra e quella della sua famiglia, il suo paese e la voglia di vederlo vivo, popolato e stimolante. L’Osteria può cambiare vite e interi borghi».

«Le insegne recensite in guida - ha continuato Vincenzo Alvaro nel presentare la Calabria in guida - possono definirsi luoghi in cui si promuove la cultura del cibo, si fa educazione alimentare, si creano relazioni con i produttori e commensali che diventano protagonisti di scelte consapevoli. Il cibo - ha concluso - non è solo convivialità, ma elemento essenziale (insieme al vino) per scoprire storie di uomini e donne che, tramite la cucina, realizzano un modello per il presente e il futuro».

Le chiocciole Calabresi

Pecora nera (Albi), Il tipico calabrese (cardeto), A Casalura (Cirò Marina) nuova chiocciola di questa edizione, Le Muraglie (Conflenti), La taverna dei Briganti (Cotronei), Il ritrovo dei picari (Grotteria), Costantino (Maida), La collinetta (Martone), Calabriaalcubo (Nocera Terinese), La rondinella (Scalea), Il vechio castagno (Serrastretta), U Ricriju (siderno), Zio Salvatore (Siderno superiore), Da Talarico Salvatore (Catanzaro) per l'inserto delle morzellerie

Le novità in Calabria

Controverso Osteria di Campagna (Acri), Baita Malieni (San Donato di Ninea), La rosa nel bicchiere (Soveria Mannelli) Da zia Lina (Vibo Valentia) per le osterie. Frena (Cirò marina) e Casa Vela (Scilla) per i locali quotidiani.

«L’edizione della guida Osterie d’Italia 2026 ci prende per mano e ci porta nei meandri dell’Italia più  autentica, più vera, capace di essere al di sopra di ogni divisione o diversità» ha detto Carlo Bogliotti, amministratore delegato di Slow Food Editore e responsabile editoriale della guida.

Nel suo intervento, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food ha esordito: «È un piacere essere davanti a quest’assemblea che più di ogni altra rappresenta un motivo per cui se la cucina italiana diventerà patrimonio dell’umanità il merito principale è vostro: il patrimonio che voi portate avanti con i vostri prodotti e le ricette testimonia che la nostra cucina ha delle radici profonde e che siete riusciti a creare un forte legame con il territorio esaltandone la biodiversità»

«L’osteria è un’esperienza popolare, deve essere accessibile e incastonata in un contesto da cui non si chiama fuori, al contrario! Un’osteria è un luogo di ristorazione democratica che partecipa ai luoghi e comunità, che fa parte di un ecosistema, che accoglie e raccoglie le storie di tutti, per tutti» ha dichiarato Barbara Nappini chiudendo l'incontro di presentazione nazionale.

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