La Calabria brilla nella nuova Guida Michelin 2026

Ristoranti identitari, cucine che raccontano il territorio e conferme di grande prestigio per una regione sempre più protagonista nell’alta gastronomia italiana

A cura di Redazione
19 novembre 2025 20:07
La Calabria brilla nella nuova Guida Michelin 2026 -
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La settantunesima edizione della Guida Michelin Italia segna un nuovo capitolo nella storia della gastronomia nazionale, un rituale atteso ogni anno da chef, appassionati e addetti ai lavori. L’uscita dell’edizione 2026 non delude le aspettative e anzi accende ancora di più i riflettori sul panorama culinario italiano, che continua a brillare di talento, audacia e identità. La nuova “costellazione astrale” tracciata dagli ispettori Michelin si arricchisce di una nuova insegna nell’Olimpo delle tre stelle, La Rei Natura dello chef Michelangelo Mammoliti, capace di emozionare con una cucina che unisce tecnica, territorio e una visione personalissima. A questa incoronazione si affiancano nuovi ingressi nelle fasce delle due stelle e delle una stella, testimonianza di un Paese gastronomicamente vivo, sorprendente e in continua evoluzione.

In questo scenario nazionale ricchissimo, la Calabria conferma una presenza sempre più solida, autorevole e riconoscibile. Una regione che, negli ultimi anni, ha mostrato una maturità gastronomica crescente, capace di tradurre un patrimonio naturale straordinario in esperienze culinarie che parlano di identità, innovazione e profondità culturale. La nuova edizione della Rossa ribadisce il valore della cucina calabrese attraverso realtà che sanno raccontare, ognuna a modo proprio, un territorio autentico, complesso e straordinariamente ricco di sapori.

A Lamezia Terme, Abbruzzino Oltre si conferma come un punto fermo della cucina contemporanea regionale, continuando a proporre una visione elegante, essenziale e rigorosa, capace di unire tecniche moderne e materia prima locale. A Marina di Gioiosa Ionica, il Gambero Rosso continua a esprimere una sensibilità marinara unica, in cui la tradizione della costa jonica incontra una cucina raffinata e mai artificiosa. A San Giovanni in Fiore, Hyle mantiene la sua centralità nel racconto gastronomico della Sila, regalando un’interpretazione colta e sensibile delle radici montane calabresi, tra boschi, erbe spontanee e ingredienti di forte identità. Santa Cristina d’Aspromonte, con Qafiz, consolida una delle esperienze più sorprendenti dell’intera scena meridionale, un luogo dove la cucina diventa ricerca, narrazione e visione, spingendosi sempre oltre i confini convenzionali. A Strongoli, infine, Dattilo continua a essere una certezza assoluta: un tempio dell’agricoltura gourmet, in cui la filosofia del km reale, non solo zero ma inteso come relazione profonda con la terra, si traduce in un percorso gastronomico che rimane tra i più riconoscibili del Sud Italia.

La Calabria si presenta quindi compatta, e consapevole delle proprie radici e allo stesso tempo proiettata verso nuove forme di espressione.

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