Italia online 2025, le tendenze che contano: tra social, news, e-commerce e IA

La platea connessa è ampia, ma crescono differenze d’uso tra fasce d’età, territori e bisogni

A cura di Redazione
13 ottobre 2025 09:20
Italia online 2025, le tendenze che contano: tra social, news, e-commerce e IA -
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Pubbliredazionale - L’Italia del 2025 vive una maturità digitale fatta di luci e ombre. La platea connessa è ampia, ma crescono differenze d’uso tra fasce d’età, territori e bisogni. In questo scenario, social media, informazione, acquisti online, strumenti tecnologici quotidiani e intelligenza artificiale ridisegnano abitudini e aspettative. Ecco le principali tendenze osservate fin qui, con i dati più solidi disponibili.

Connessione quasi universale, ma non per tutti

A inizio 2025 gli utenti Internet in Italia sono circa 53,3 milioni (penetrazione 89,9 %). La velocità media rilevata da Ookla parla di 57,6 Mbps su rete mobile e 88,8 Mbps su rete fissa, entrambe in crescita anno su anno. Numeri che confermano una base infrastrutturale ormai matura, pur con persistenti sacche di esclusione digitale.

Sul fronte domestico, l’ISTAT certifica che nel 2024 l’86,2 % delle famiglie ha accesso a Internet (93,4 % tra i nuclei con persone 16-74 anni), mentre la diffusione cala nettamente tra gli over-65. La qualità dell’accesso, dunque, non è solo questione tecnologica ma anche socio-demografica.

Tempo online: tanto, e sempre più “mobile first”

Secondo l’Osservatorio AGCOM, nel solo marzo 2025 hanno navigato 44,56 milioni di utenti unici, per oltre 75 ore al mese a persona. La misura rende l’idea di un consumo intensivo e continuativo, guidato soprattutto da smartphone e app. I percorsi digitali tendono a essere molto frammentati: micro-momenti, notifiche, multitasking, interazioni fluide nel corso della giornata.

Social media: uso alto, crescita selettiva e segnali di “stanchezza”

All’inizio dell’anno si stimano 42,2 milioni di identità attive sui social (71,2 % della popolazione). YouTube e le piattaforme Meta restano le più capillari, mentre TikTok mostra segni di normalizzazione: il suo potenziale adv-reach 18+ cala di circa il 5 % rispetto al 2024. L’interpretazione più plausibile è che la curva di adozione si stia stabilizzando, mentre crescono i tempi medi e i formati video-first. Gli utenti manifestano una selettività crescente: molti scelgono di ridurre lo scorrimento passivo e chiedono contenuti più utili, pensati per interessi reali.

Informazione digitale: fiducia fragile, consumo altissimo

Il Digital News Report 2025 evidenzia che l’interesse dichiarato per le notizie è sceso al 39 %, ma il 59 % degli italiani le consulta più volte al giorno. La fiducia media risale leggermente al 36 %, mentre la quota di chi paga per news online resta al 9 %. Smartphone e social sono i canali dominanti per accedere all’informazione.
La televisione generalista resta “fonte principale” per oltre la metà della popolazione, ma nel digitale dominano i social: i chatbot intelligenti e gli strumenti di IA entrano a far parte delle fonti “aggiuntive”. L’ascolto di podcast cresce, seppur in nicchie; chi li segue segnala un maggiore coinvolgimento e una migliore comprensione rispetto ad altri formati.

E-commerce: crescita strutturale e omnicanalità

Nel 2025 gli acquisti online in Italia superano i 62 miliardi di euro (+6 %): circa 40,1 miliardi riguardano i beni e 22 miliardi i servizi. Il food&grocery e il beauty/pharma corrono leggermente sopra la media; la penetrazione dell’online di prodotto sul retail arriva all’11,2 %. L’omnicanalità si consolida come ponte tra negozio fisico e digitale: integrazione tra magazzini, resi, ritiro in store e consulenza multicanale diventano elementi distintivi.

Video, live e piattaforme verticali

Il tempo speso online favorisce ecosistemi video-centrici (YouTube, piattaforme streaming) e social che spingono formati brevi e live. La classifica AGCOM sulla base di utenti unici e tempo mensile conferma lo strapotere dei grandi player digitali, ma i verticali di intrattenimento conservano appeal in specifici cluster.

In questo contesto, diviene interessante guardare anche alle piattaforme dedicate all’intrattenimento online come nel caso di DomusBet: esse possono essere interpretate non solo come offerta singola ma come nodo che si inserisce in flussi di attenzione più ampi, all’interno di ecosystem che aggregano contenuti, comunità e momenti di pausa.

Regolazione e safety: cresce l’attenzione su minori e algoritmi

Il quadro regolatorio europeo (DSA) e le iniziative nazionali impongono maggiori obblighi su contenuti, trasparenza e protezione. Un gesto emblematico: alcune famiglie italiane hanno promosso azioni legali contro Facebook, Instagram e TikTok per la tutela dei minori e la trasparenza degli algoritmi.

Il tema del “benessere digitale” entra dunque stabilmente nell’agenda pubblica; piattaforme e operatori dovranno costruire metriche di utilizzo responsabile, controlli e modalità di partecipazione più consapevoli.

Intelligenza artificiale: adozione aziendale ancora bassa, sperimentazioni disseminate

Secondo ISTAT, solo l’8 % delle imprese italiane ha usato sistemi di IA nel 2024, un dato distante dalle medie europee. Sul versante consumatori, la generativa si affaccia già nei chatbot delle news, nei sistemi di raccomandazione e nel supporto al customer care: ma l’adozione “diretta” resta spesso invisibile agli utenti. Le imprese che vinceranno saranno quelle capaci di gestire qualità dati, trasparenza e impatti etici nelle soluzioni che attivano.

Cosa significa questo per brand, media e istituzioni

  • Pianificare secondo un modello “mobile-first con micropercorsi”: attenzione non solo alla presenza online, ma a ciascun momento dell’utente.

  • Offrire contenuti che distinguano, non che saturino: chi cura tema, contesto e personalizzazione ottiene maggiore engagement.

  • Sperimentare modelli ibridi nell’informazione: paywall “leggeri”, membership tematiche, contenuti esclusivi e interattivi.

  • Rendere il servizio (reso, ritiro, supporto) parte integrante dell’esperienza d’acquisto.

  • Introdurre l’IA in modo “nascosto”, integrato in strumenti già noti dall’utente.

  • Essere proattivi su reputazione e limite: offrire trasparenza algoritmica e modalità di controllo prima che diventino obbligo.

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