Innovazione e ricerca al centro del congresso nazionale “L’ulcera cutanea tra presente e futuro 2025” a Rende
Due giornate di alta formazione sul wound care: medicina rigenerativa, tecnologie e nuove frontiere della cura

Due giornate di alta formazione e confronto scientifico hanno animato la nona edizione del congresso nazionale “L’ulcera cutanea tra presente e futuro 2025”, svoltosi all’Hotel San Francesco di Rende. Un appuntamento ormai di riferimento per medici, infermieri, podologi e professionisti del wound care, che ha posto al centro innovazione, ricerca e multidisciplinarietà nella gestione delle lesioni cutanee croniche (LCC), patologie in costante aumento e dal forte impatto sanitario, sociale ed economico.
L’evento, patrocinato da numerosi enti e società scientifiche – tra cui Provincia e Città di Cosenza, Ordini dei Medici calabresi, AIUC, SIMCRI, SIF, SIMITU, SIFL, SIAPAV, AFI, Federdolore, SIFOP, AIP, AISM e CODACONS – ha visto la partecipazione di oltre 200 professionisti provenienti da tutta Italia.
A guidare i lavori è stato il dottor Francesco Giacinto, chirurgo-vulnologo dell’ASP di Cosenza, coordinatore regionale AIUC e responsabile regionale SIMCRI, docente in numerosi master universitari di wound care e piede diabetico. Sotto la sua direzione, il congresso ha riunito le principali società scientifiche e associazioni del settore, confermandosi come un momento di sintesi tra ricerca, formazione e pratica clinica.
«Affrontare le lesioni cutanee significa prendersi cura della persona nella sua complessità – ha sottolineato Giacinto –. Serve un approccio integrato che unisca competenze mediche, infermieristiche, biologiche e tecnologiche, restituendo qualità di vita e dignità ai pazienti».
Le ulcere cutanee: una sfida sanitaria in crescita
Secondo il dottor Giacinto, le lesioni cutanee croniche sono in aumento non solo tra gli anziani, ma anche tra pazienti giovani o con disabilità. «Di vulnologia si parla ancora troppo poco – spiega – e chi sviluppa un’ulcera spesso non sa a chi rivolgersi. La diagnosi precoce e la prevenzione sono strumenti fondamentali per ridurre la necessità di terapie complesse e costose».
Il congresso ha posto l’accento anche sulla formazione, ricordando che la vulnologia non è ancora disciplina universitaria. Giacinto è stato promotore del secondo master italiano in medicina delle ulcere cutanee presso l’Università di Catanzaro, contribuendo a diffondere competenze cliniche specialistiche.
Nuove tecnologie e medicina rigenerativa
Nel corso delle due giornate sono stati presentati studi e sperimentazioni su micrograft, esosomi, plasma freddo e terapie cellulari. Tra le innovazioni illustrate, Giacinto ha descritto i sistemi di innesti tramite elettrofilatura, in grado di creare una matrice dermica combinata con ultrasuoni che riducono rapidamente la carica batterica: «Se partiamo da mille batteri, dopo due minuti ne restano cento – ha spiegato –. Queste metodiche, integrate con la terapia a onde d’urto, sono già adottate con successo a Cosenza presso il centro specialistico “Vulnologia Giacinto”».
Ampio spazio è stato dedicato anche alla fotobiomodulazione di precisione, all’uso dell’ossido nitrico e alle potenzialità dell’intelligenza artificiale applicata alla diagnostica. «Il futuro è già presente – ha commentato Giacinto – ma servono formazione solida e strumenti adeguati per tradurre l’innovazione in risultati concreti».
Prevenzione e organizzazione: le chiavi del futuro
Nonostante i progressi della medicina rigenerativa, resta aperta la questione organizzativa. «La medicina è pronta – ha concluso l’esperto – ma servono amministrazioni capaci di fornire gli strumenti necessari».
Il messaggio finale del congresso è chiaro: grazie alle nuove tecnologie e alla ricerca, la cura delle ulcere può diventare più efficace, rapida e personalizzata. «Portiamo un grande messaggio di speranza – afferma Giacinto –. L’innovazione ci consente oggi di risolvere problematiche che fino a pochi anni fa erano considerate gravemente limitanti».