(VIDEO) ‘Ndrangheta - Cutro è un’altra cosa e in mille scendono in piazza
Cutro – Pochi giorni fa l’arresto di cinque persone accusate di estorsione contro imprenditori cutresi: il Comune si costituirà parte civile nel processo che sarà celebrato contro coloro che chiedevan...
Cutro – Pochi giorni fa l’arresto di cinque persone accusate di estorsione contro imprenditori cutresi: il Comune si costituirà parte civile nel processo che sarà celebrato contro coloro che chiedevano il pizzo.
Anche le attività commerciali di Cutro dicono no alla mafia, esponendo in paese, prima della manifestazione, questi cartelli in cui i cittadini prendono una posizione.
Il paese ha risposto, non solo cartelli ma anche diverse generazioni che, da Piazza del Popolo, hanno detto no alla Ndrangheta. Ma con una promessa: la mentalità deve cambiare, e alle nuove generazioni è affidato questo compito affinché, veramente tutti, alzino la testa.
E lo ha ribadito il primo cittadino Antonio Ceraso che, prima del corteo, ha detto che tutti devono “schifarsi della Ndrangheta” Il paese c’è, è unito, con mille persone in un lungo corteo aperto dall’amministrazione, insieme ai partiti e agli ordini di categoria, in una marcia di popolo silenziosa e composta.
E molte attività commerciali hanno abbassato la saracinesca, come un silenzio che vuole esplodere e dire: “Basta”.
Erano presenti, insieme al presidente della Provincia e al Consiglio Provinciale, diversi sindaci del territorio. “Per la prima volta in cui tanta gente non ha paura di avere coraggio ed è assai numerosa – ha dichiarato il primo cittadino – qui la Ndrangheta non deve entrare, e se i mafiosi non hanno avuto remore nel chiedere il pizzo ai parenti, figuriamoci se un imprenditore può venire qui ad investire nel nostro territorio”.
“Cutro vuole cambiare e cambierà grazie a voi. Ho qui i colleghi sindaci e il presidente della provincia e chiedo loro di avere gli stessi sentimenti che abbiamo avuto a Cutro. Se anche voi vi costituirete terra civile nel processi di Ndrangheta, gli faremo terra bruciata”.
“Non dobbiamo aver paura di aver coraggio”, tuona dal palco, in una piazza Gio Leonardo Di Bona gremita. “I ndranghetisti sono una piaga. Il loro percorso è segnato, o finiscono in carcere o finiscono al cimitero”.