(VIDEO) Naufragio di Steccato, il racconto: "Non abbiamo trovato il corpo di mio cugino, non ho il coraggio di dirlo a sua madre"

Crotone – Diversi familiari delle vittime della strage di migranti di Steccato di Cutro stanno tornando a Crotone, qualcuno è già qui, per ricordare quel naufragio del 26 febbraio 2023. Da allora molt...

A cura di Redazione
22 febbraio 2024 07:30
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Crotone – Diversi familiari delle vittime della strage di migranti di Steccato di Cutro stanno tornando a Crotone, qualcuno è già qui, per ricordare quel naufragio del 26 febbraio 2023. Da allora molti corpi non sono mai stati trovati, alcuni sopravvissuti chiedono, dalla Germania, di poter venire in Italia per chiedere verità e giustizia. Altri, come Alidad Shiri, rappresentante dei familiari delle vittime, afgano e residente a Bolzano sono qui a Crotone per chiedere che si faccia chiarezza su quanto accaduto.

Se ne è discusso ieri pomeriggio presso la sede della Lega Navale Italiana sezione di Crotone, si è tenuto un incontro promosso dalla CGIL, l’Arci Crotone, La Cooperativa Agorà Kroton, l’ANPI, la coop. sociale Baobab, la coop. sociale Kroton Community, la Prociv Arci Isola di Capo Rizzuto, la cooperativa sociale Orizzonti Nuovi.

L’incontro pubblico “Noi non dimentichiamo” è stato voluto per condividere, ad un anno dalla strage di Cutro, una riflessione allargata sui temi dell’accoglienza e delle migrazioni. “Se si riparte con lungimiranza, e si considera come primo dovere e primo bene la salvezza dalle persone, questo porta a modificare la situazione che è stata vissuta a Lampedusa e Cutro – ha dichiarato Maria Grazia Gabrielli segreteria nazionale CGIL – il fenomeno migratorio può essere gestito potenziando i canali regolari d’ingresso nel nostro paese e strutturando un vero modello di accoglienza“.

Ha scoperto nel pomeriggio di giovedì 2 marzo 2023 che suo cugino, un ragazzo di diciassette anni, era a bordo della Summer Love. Venerdì 3 marzo, Alidad Shiri ha viaggiato per tutto il giorno, in treno e in auto, per partire da Bolzano e raggiungere la Calabria.

Ancora aspettiamo una risposta dalla magistratura, perchè non è successo niente. Questo ci fa molto male – ci ha detto – chiediamo verità e giustizia, è passato ormai un anno e stiamo ancora aspettando. Per noi non è facile tornare indietro perchè le ferite che avevamo si sono aperte di nuovo. Tornando a Crotone ho pianto, perchè è estremamente difficile, ma sono qui a chiedere giustizia per mio cugino e altri familiari”.

Ancora non è stato ritrovato il corpo del cugino: “Non ho il coraggio di dirlo a mia zia“. Arrivato a Crotone, le immagini dei corpi uccisi dall’acqua: “Ho visto immagini di tantissimi bambini, donne, non riuscivo più a dormire. Mi ha aiutato una terapia psicologica a Bolzano, oggi sono qui a chiedere di nuovo giustizia. Ci sono tanti corpi a cui dare sepoltura, e stiamo aspettando”.

Gli sbarchi non sono certo diminuiti, ricorda Celeste Logiacco CGIL Calabria: “Le politiche attuali sull’immigrazione sono fallimentari. Steccato di Cutro è una ferita ancora aperta che ci porta a chiedere politiche eque e diverse da quelle attuali, dove deve essere rispettata la vita delle persone. La Calabria, nonostante sia una terra con forti ritardi, è la terra dell’accoglienza, e lo ha dimostrato a Steccato. Ed è questa la Calabria che vogliamo, accogliente e inclusiva”.

Verità e giustizia, dunque, è stato ribadito, non solo dall’Arci Crotone ma anche dai vari partecipanti al tavolo, in cui v’erano anche il sindaco di Crotone Vincenzo Voce, Salvatore Audia moderatore dell’incontro, Mimmo Lucano già sindaco di Riace, Filippo Miraglia Arci nazionale, Sara Palazzoli di Inca.

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