(VIDEO) Natale, l'Arcivescovo di Crotone: «Il lavoro precario è un evento di disumanizzazione»

Nelle mani ha un giglio, dono degli ospiti della Casa Circondariale di Crotone. Sì, giovedì mattina l’Arcivescovo Angelo Raffale Panzetta, prima di incontrare la stampa, ha portato i saluti e i suoi p...

A cura di Redazione
24 dicembre 2023 09:00
(VIDEO) Natale, l'Arcivescovo di Crotone: «Il lavoro precario è un evento di disumanizzazione» -
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Nelle mani ha un giglio, dono degli ospiti della Casa Circondariale di Crotone. Sì, giovedì mattina l’Arcivescovo Angelo Raffale Panzetta, prima di incontrare la stampa, ha portato i saluti e i suoi personali auguri di Natale presso il Carcere di Crotone: «è un giglio realizzato in ferro battuto – ha detto il presule nell’annuale incontro con la stampa prima del 25 dicembre – lo hanno realizzato per me, con l’augurio che la mia vita fiorisca».

Il pensiero è rivolto alle famiglie degli ospiti della casa circondariale di Crotone e, tramite i mezzi di comunicazione, poi esteso a tutta l’Arcidiocesi. «Questo Natale ci aiuti a rinascere e a rifiorire». Siamo contrassegnati, in questo periodo, da luci ed ombre. Il senso vero del Natale, ha sottolineato nel suo discorso, è la tensione dell’uomo verso l’umanizzazione, in un periodo in cui vi è troppa disumanizzazione. «Voglio riprendere qualcosa dei contenuti originari del mistero dell’incarnazione, senza il quale il Natale non avrebbe senso. Anche questo Natale ha un significato oggettivo che la melassa religiosa e la sbornia consumistica non può oscurare, o addirittura annacquare. Il Natale è e resta la memoria festosa di un evento che ha cambiato la vicenda umana. Dio si è fatto uomo ed è venuto ad abitare in mezzo a noi».

«Se il Natale viene vissuto nella memoria, lo si vive come un fatto chiuso nel passato. Se invece lo viviamo nel mistero, crediamo fermamente che la venuta del Verbo continua anche oggi, nelle continue visite di Dio che preparano il ritorno glorioso, ovvero la venuta definitiva e gloriosa del Signore».

Il Natale, ricorda il presule, è una festa di luce, e «viene offuscato dalle tante guerre in corso; le guerre sono come tenebre ed impediscono alla luce di Dio di abitare nelle nostre vite».

«Nel Natale vi è l’umanizzazione di Dio in Gesù, un principio e una forza che vincono contro la disumanizzazione. L’umanizzazione di Dio ci mette tutti di fronte all’unico compito che importa veramente, ovvero quello di essere più umani, con semplicità, onestà e trasparenza. L’etica del Natale dunque è un’etica di umanizzazione, e ci chiede di diventare più umani. Il mistero dell’incarnazione ci chiede quindi di entrare nelle vene della storia dell’umanità, di entrare con responsabilità dentro le vicende umane, e di lottare contro ogni spinta».

Tra le spinte di disumanizzazione, «occorre sicuramente menzionare anche la precarizzazione del lavoro che rende difficile la vita di tante persone, di tante famiglie nel nostro territorio, che purtroppo costituisce una delle aree più fragili d’Europa. Ci sono tanti segnali preoccupanti di precarizzazione del lavoro, e quindi di disumanizzazione. In queste ore ci ha tenuto col fiato sospeso la vicenda di molti lavori dell’Abramo CC che, in seguito alla decisione della Tim di interrompere il contratto commerciale con la ditta, i lavoratori sarebbero stati collocati in cassa integrazione già a partire da gennaio. Poi la proroga delle commesse per alcuni mesi ha sicuramente riacceso la speranza per tante famiglie calabresi, e anche siciliane, ma rimane aperta la questione di trovare soluzione a lungo termine in grado di offrire certezze ai dipendenti e stabilità all’azienda. È chiaro che spesso dietro queste dinamiche c’è l’idea della delocalizzazione, l’idea di un di un capitalismo selvaggio che sicuramente costituisce un evento di disumanizzazione».

Crotone, da una parte, e a pochi metri c’è anche la questione dei lavoratori di Cutro, della Serravalle Energy dove anche lì l’ipotesi dei licenziamenti: «Un Natale difficile anche per le famiglie cutresi, e ci auspichiamo che tutti coloro che possano fare qualcosa la facciano, per dare dignità ai lavoratori, e per dare umanità, riconoscere umanità a queste persone».

Un territorio senza lavoro, dove molte persone, soprattutto i giovani, devono andare via. Nel territorio crotonese manca una progettualità, affinchè ci sia lavoro: «L’assenza di un progetto industriale e produttivo si fa sentire molto – ha continuato – noi abbiamo tante piccole realtà ma ci manca un progetto di massima all’interno del quale si possa evitare che una qualsiasi progettualità importante si perda. Bisogna trovare soluzioni a lungo termine per offrire certezze ai dipendenti e stabilità all’azienda. Dietro queste dinamiche c’è un capitalismo selvaggio che è un evento di disumanizzazione».

La disumanizzazione segue le tenebre ma, in questo territorio, c’è molta luce, perchè c’è la generosità dei crotonesi, della Mensa dei Poveri, di coloro che hanno accolto i superstiti del naufragio di Steccato di Cutro. «Nel crotonese c’è una diaconia dignitosa della vita, vedo tanta dignità da affrontare, anche momenti drammatici che la vita presenta. Nelle scuole ho incontrato e continuo a incontrare bimbi e giovani, adulti che hanno a cuore il tema della pace, che si rendono conto che la guerra non sarà mai una soluzione dei problemi. Piccoli bagliori di luce che ci consentono di sperare in un presente rinnovato, in un futuro trasfigurato che dona un senso nuovo alla vita. Un abbraccio grandissimo va alle famiglie provate, a chi vive la precarietà del lavoro, a chi ha problemi di salute.Ho incontrato tanto rispetto della vita e del creato, bagliori di luce per sperare in un presente rinnovato A loro rivolgo la mia preghiera».

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