(VIDEO) #MaiPiùUltimi - Livadoti: «Accendiamo il fuoco della positività»

Nel corso dell’evento “Un Anno di CrotoneOk 2023” la testata ha lanciato in relazione alla classifica sulla qualità della vita de Il Sole 24 Ore che vede la provincia pitagorica relegata...

A cura di Redazione
16 aprile 2024 19:30
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Nel corso dell’evento “Un Anno di CrotoneOk 2023” la testata ha lanciato #MaiPiùUltimi in relazione alla classifica sulla qualità della vita de Il Sole 24 Ore che vede la provincia pitagorica relegata sempre nelle ultime posizioni. #MaiPiùUltimi sarà quindi il “fil rouge” del 2024 intorno al quale sviluppare un dibattito serio, basato sul confronto con l’obiettivo di accendere i riflettori sulle criticità e sulle eccellenze del nostro territorio. Questa settimana abbiamo intervistato il presidente dell’ordine degli architetti di Crotone, Francesco Livadoti.

Quanto è importante in un territorio come il nostro, restio al confronto ma molto incline alla polemica, aprire una seria riflessione sulle criticità e sulle eccellenze?
Chissà quante volte ancora bisognerà porsi questa domanda. Credo che questo sia un fronte da troppo tempo aperto. A questa domanda fino ad oggi non abbiamo saputo e potuto dare una risposta nonostante i tanti tentativi che vengono da più parti. Ultimamente anche il mondo dello sport ha provato a dare uno slancio al territorio. Purtroppo ad oggi manca una vera e propria visione con una spinta che venga dalla sua collettività, una condivisione come spinta propulsiva che metta a regime le tante positività di questo territorio. Vivere l’esperienza dell’evento “Un anno di CrotoneOk” ci ha fatto ben comprendere che le positività generano positività. E penso sia questo il percorso da intraprendere: mettere a sistema le positività della città e del territorio.

Gli ordini professionali svolgono un ruolo strategico. Si può fare di più?
Si può e si deve fare di più. Come presidente dell’Oordine degli architetti sin dal primo giorno ho sentito la responsabilità di cosa può fare un ordine professionale e cosa può dare per il proprio territorio. Le opportunità non sono mancate. Come coordinatore degli architetti del Sud, ho cercato di portare a Crotone esperienze che si realizzano negli altri territori, soprattutto sulle buone prassi e di capire come gli ordini incidono nelle altre città. A me piace raccontare la storia del colibrì, un uccello che durante l’incendio di una foresta, invece di scappare come tutti gli altri animali, compreso il leone, va verso l’incendio portando l’acqua nel suo piccolo becco per cercare di spegnerlo. Con questo voglio semplicemente dire che ognuno può e deve dare il proprio contributo, come il colibrì. Invece di spegnere l’incendio noi dobbiamo contribuire ad accendere il fuoco della positività. E gli ordini professionali possoano mettersi insieme per fare la propria parte, anche come singoli professionisti che hanno una responsabilità nei confronti della città

C’è un confronto aperto tra i diversi ordini per trovare un terreno comune dove poter incidere, gli architetti per esempio sono tra i promotori del dibattito che si è aperto sul futuro di Piazza Pitagora
Siamo anche più avanti di un semplice confronto aperto. Per la prima volta siamo riusciti a convincere un’amministrazione a fermare la propria attività e a confrontarsi con gli ordini, i commercianti e i cittadini. Ed è successo proprio su piazza Pitagora dove abbiamo deciso di effettuare un concorso di idee. Non è un risultato di poco conto. Abbiamo creato un modello che è facilmente replicabile.
Siamo partiti dal basso, dalle esigenze e dalle necessita della gente, dei singoli cittadini, andando a comprendere ciò che c’era da sapere da chi la piazza la vive, la usa, ci vive, ci lavora. E questo ci è servito per mettere insieme delle idee che, non sono il progetto, ma sono un contributo per raggiungere l’obiettivo. Penso che gli ordini professionali, insieme alle associazioni di categoria, ci siano riusciti in questa circostanza, ed il risultato principale penso sia proprio quello di aver fatto rete andando tutti nella stessa direzione.

Qual è la tematica più importante per affrontare il tema dello sviluppo? Da dove partire per vincere la sfida del futuro?
Penso che la tematica più importante sia proprio quella che, in questi giorni, è ritornata alla ribalta: la bonifica. A maggio ci sarà una nuova conferenza di servizio, è ritornato il tema dei rifiuti pericolosi, da tenere in città o da portare fuori. Ma io penso che per poter parlare di sviluppo e quindi affrontare temi come la bonifica, bisognerebbe avere una visione della città, ma non da qui ad un anno, ma da qui ai prossimi vent’anni. Sul palco di CrotoneOk ho detto che probabilmente se oggi la bonifica verrà realizzata mantenendo i rifiuti in città, o peggio tombandoli in situ, allora tanto valeva averla fatto vent’anni fa. Oggi avremmo avuto indietro quell’area. Un’area che è strategica perchè rappresenta lo sviluppo della città, uno sviluppo sociale e urbanistico, di apertura verso il resto della regione. Quella è un’area che per troppo anni ha rappresentato un tappo all’apertura e all’ingresso della città. Non si tratta soltanto di “ripulire” quella parte del territorio, ma si tratterebbe di fare una vera e propria rigenerazione urbana e sociale di un territorio che ha rappresentato da sempre un luogo di lavoro che si contrapponeva fisicamente alla città.
Ma questo spazio può rappresentare, oggi, il vero volano dello sviluppo della città. E’ chiaro che senza una visione di futuro, la bonifica potrebbe rivlerarsi soltanto un riavvoglimento del nastro: un semplice quanto negativo ritorno indietro.

Ritorniamo a piazza Pitagora. Si dice che per poter vedere il futuro si deve conoscere bene il passato. Si può, allora pensare che lo sviluppo di questo territorio possa partire dal suo centro storico?
I centri storici delle nostre città hanno rappresentato lo sviluppo del territorio, penso a città come Cosenza, come Reggio Calabria, ma anche Bari, Lecce o Gallipoli. questa è la testimonianza che siamo rimasti indietro anche da questo punto di vista. C’è stato un momento in cui sembrava che il centro storico fosse al centro del ragionamento di sviluppo della città, ma poi si è interrotto. Possiamo riprenderlo, sicuramente, ma forse prima dovremmo avere un’idea chiara di cosa deve diventare il nostro centro storico, non possiamo pensare che vada sempre bene tutto. Bisogna fare delle scelte, perchè se non si ha un’idea chiara di cosa deve diventare ogni singola parte della città, non si può creare sviluppo. Bisogna fare delle scelte e poi seguirle fino alla realizzazione. Decidere e fare, non credo esista altra strada.

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