(Video) #MaiPiùUltimi - Giuseppe Caruso: «La nostra è vera restanza»

Il nostro viaggio nei meandri di continua. Questa settimana nel salottino di CrotoneOk abbiamo ospitato un personaggio particolare, speciale, potremmo dire “unico”. Giuseppe Caruso, prof...

A cura di Redazione
20 giugno 2024 16:03
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Il nostro viaggio nei meandri di #MaiPiùUltimi continua. Questa settimana nel salottino di CrotoneOk abbiamo ospitato un personaggio particolare, speciale, potremmo dire “unico”. Giuseppe Caruso, professore e artista, non è semplicemente uno dei protagonisti della serata evento Un Anno di CrotoneOk, che lo ha visto primeggiare nella classifica del Premio “Social Ok”, ma, insieme alla moglie Emanuela, è un esempio di “restanza”, rappresenta, cioè, tutti coloro che vogliono fortemente restare in questa terra e aiutarla a crescere. Il premio Social-Ok è stato un esperimento fortemente voluto dalla nostra redazione. L’idea di far scegliere ai nostri lettori chi tra i 48 Ok del 2023 meritasse un premio particolare, si è dimostrata vincente. Hanno votato più di 12.000 lettori e tu sei stato quello che ha preso più preferenze, superando quota 1600.

Che ricordi hai di quella serata? E che emozioni hai provato?
Ricordo che ero molto emozionato, con quella classifica che scorreva… è stato tutto molto bello!
Se dico #MaiPiùUltimi tu come mi rispondi?
Io abito in un piccolo paese come Petilia Policastro, quindi per me il #MaiPiùUltimi non può che essere legato ai numeri ed in modo particolare a quei numeri che non mentono mai come ci disse il vice direttore de Il Sole 24 Ore, Jean Marie Del Bo, proprio nella serata di “Un Anno di CrotoneOk”. Dal nostro piccolo paesino sono in quattro milioni a seguire la nostra pagina facebook, soprattutto in estate quando, a scuole chiuse, noi abbiamo più tempo per poter raccontare la nostra realtà. Io disegno murales,e uno di questi è un bambino che gioca su un’altalena. Quando l’ho disegnato, di notte, l’ho immaginato nero, il giorno dopo qualcuno mi ha detto che non gli piaceva perchè lo voleva colorato. Dopo qualche giorno sulla rivista americana “Street Art Utopia” lo cita tra i sei murales più emozionali al mondo. Da Petilia Policastro ti trovi su una rivista americana, penso sia il vero significato di #MaiPiùUltimi.

Cosa è successo dal Premio social Ok in poi a Giuseppe Caruso?
Votare qualcuno nel premio social, significa dimostrargli la sua stima. E sono stati in tanti a farlo per quanto mi riguarda. E da quel giorno sono successe tantissime cose belle, per esempio ci ha contattato una scuola di un paesino greco che ha visto il video della serata organizzata da CrotoneOk e ci ha proposto un gemellaggio con la nostra scuola. E come se il premio di CrotoneOk ci avesse dato un siggillo di garanzia: “questi sono ragazzi ok”.

Chi è Giuseppe Caruso?
Chi è Giuseppe Caruso non lo so. So che le mie storie cominciano ogni mattina, molto presto, quando posto il video di un gallo che canta a Petilia. Mi risponde un americano dicendomi che è una bella immagine mentre lui da casa sua non vede il gallo ma solo lo smog. Poi mi contattano dalla germania per dirmi la stessa cosa, e così succede da più parti del mondo. Credo che la gente che segue me e mia moglie, lo fa perchè in parte vorrebbe essere come noi: ritornare nel proprio piccolo paese e costruire piccole cose, ma purtroppo manca il lavoro per cui molti non riescono a tornare. Ecco perchè parliamo di restanza.

Quando la redazione de Il Sole 24 Ore, durante la serata evento “Un Anno di CrotoneOk”, ha presentato il suo “focus su Crotone” ha sottolineato che a penalizzare il territorio è il suo entroterra.
Tu che vivi una realtà come Petilia, non ti sembra una contraddizione che piccoli gioielli come i nostri comuni appaiono invece come il punto debole della nostra provincia?

Nonostante siamo nel 2024, uno dei miei migliori amici, non ha trovato lavoro e ha ripreso la valigia di cartone, che usavano i nostri nonni, ed è stato costretto a partire. è facile parlare ma quando tu vedi il tuo piccolo paese che si svuota giorno dopo giorno, ed è una cosa reale, che tu vivi, perchè la sera non c’è più nessuno in giro.

Come invertire il trend?
E’ difficile. Io sono un semplice artista, dovrebbero essere le istituzioni ad aiutarci. Noi parliamo sempre della storia, dell’arrivo dei garibladini e di cosa ci hanno portato via, ma in questi ultimi duecento anni noi non siamo mai riusciti a far vedere chi siamo. Potevamo fare molto di più e non l’abbiamo fatto.

Tu giri molto, insieme a tua moglie Emanuela, per i borghi calabresi. Li raccontate con amore e passione. Cosa riporti a casa da queste esperienze?
Quando ci invitano in questi paesi la cosa più bella è che tutti conoscono la nostra storia. Noi lì raccontiamo la nostra epserienza e ascoltiamo le loro cercando di creare delle connessioni tra le diverse realtà.
Una delle esperienze più belle è la creazione della libreria a Petilia, un’idea di mia moglie Emanuela. Una piccola libreria libera di cui sta parlando tutto il mondo. Ci sono sei mila libri, e arrivano ogni giorno libri nuovi da persone che non conosciamo e così riusciamo anche a dare i testi a tante famiglie. Una cosa importante è che questa esperienza ci dà la possibilità di conoscere borghi calabresi, come Santa Caterina sullo Ionio, poco noti e che invece sono luogi meravigliosi. Quindi come è evidente lo scambio di esperienze con le altre realtà ci dona tanto, perchè ci dà la possibilità di prendere il bello ovunque andiamo e riportarlo al nostro paese. Fondamentale in questo scambio è sempre Emanuela che, avendo una scuola di inglese, organizza anche viaggi studio in Inghilterra per i ragazzi del nostro comune, così da far vivere ai nostri ragazzi l’esperienza di un college inglese.

Si può partire dai nostri borghi per essere #maipiùultimi?
Si se sappiamo andare al di là delle pietre. Mi spiego meglio, i nostri centri storici sono splendidi, con storie eccezionali, che, però, vanno raccontate. Ecco se noi andiamo oltre le pietre, entriamo negli edifici, raccontiamo chi li ha abitati, allora sì che possiamo essere #maipiùultimi, ma dobbiamo imparare a raccontare.

Il sogno di Giuseppe Caruso?
Ho tanti sogni e tanti progetti, soprattutto nel mio vicoletto li a Petilia. Una cosa che desidero veramente realizzare è l’ospedale dei giocattoli rotti. L’ho visto a Napoli, con tutti questi giocattoli antichi danneggiati e i dottori e gli infermieri che li riparavano.

Antonio Gaetano

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