(VIDEO) "Io non ci sto": imprenditori crotonesi uniti contro il pizzo e la mafia

Presentate in Questura le linee guida: adesivi nelle aziende come simbolo di legalità. Panvino: "Gli imprenditori devono sentire lo Stato accanto"

A cura di Redazione
17 luglio 2025 14:44
Condividi

Un adesivo, semplice e con la scritta "Io non ci sto – No al Pizzo, No alla Mafia", sarà il simbolo di una battaglia di civiltà contro la cultura mafiosa e le estorsioni. L’iniziativa, presentata questa mattina presso la Questura di Crotone da Procura, Questura, Prefettura, Confartigianato, UIL, Curia e Ancos, coinvolgerà migliaia di esercizi commerciali della provincia.

Il Questore Renato Panvino, ideatore del progetto, ha spiegato: “È come mettere una divisa, un’uniforme: un segnale forte che dimostra l’impegno civile degli imprenditori”. Il progetto, inserito in una più ampia campagna per la legalità, mira a liberare il tessuto economico sano dalle aggressioni mafiose, dal racket e dall’usura.

Le linee guida sono state sottoscritte da Renato Panvino, Questore di Crotone; Domenico Guarascio, Procuratore della Repubblica di Crotone; Francesco Pellegrini, Presidente Confartigianato Imprese Crotone; Francesco Filice, Presidente Regionale ANCOS Calabria;
Maria Elena Senese, Segretario UIL Calabria.

Il Questore ha ricordato l’impegno quotidiano delle forze dell’ordine: “Martedì, solo a Crotone, mille persone identificate e 576 veicoli controllati. Significa controllo capillare del territorio e protezione per chi lavora e investe. Gli imprenditori devono sentire lo Stato accanto e i cittadini devono sentirsi tutelati. La Polizia di Stato si sacrifica ogni giorno per questo”.

Il Procuratore Guarascio ha sottolineato la persistenza delle estorsioni: “Un’ndrangheta evoluta, ma che conserva la sua forma più pura: ‘paghi o non lavori’. Anche attraverso l’imposizione di manodopera. Questo slogan, ‘Io non ci sto’, deve infondere fiducia agli imprenditori che denunciano, pur nella difficoltà e nel rischio”.

La UIL, con Maria Elena Senese, ha parlato di battaglia di civiltà: “La legalità non è solo rispetto delle norme ma tutela dei diritti. È prevenzione, formazione e informazione. Grazie alla Questura per questa visione partecipata che mette al centro la dignità del lavoro”.

Il presidente di Confartigianato, Francesco Pellegrini, ha invitato alla denuncia:
“Bisogna avere rispetto delle istituzioni sane e denunciare ogni illegalità. Dobbiamo diventare sentinelle di legalità”.

Anche la Chiesa fa la sua parte: il vescovo di Crotone-Santa Severina, monsignor Alberto Torriani, ha annunciato che l’adesivo sarà esposto fuori dal Palazzo Arcivescovile:
“Non è un’impresa, ma un simbolo di schieramento. La Chiesa sceglie di esserci”.





Segui CalabriaOk