(VIDEO) Guitti senza carrozzone: otto anni di teatro come ponte di solidarietà, gli eventi del primo maggio

Crotone - In un panorama spesso dominato dall'individualismo, emerge con forza la storia di un'associazione crotonese...

A cura di Redazione
15 aprile 2025 16:45
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Crotone – In un panorama spesso dominato dall’individualismo, emerge con forza la storia di un’associazione crotonese, Guitti senza carrozzone, che da otto anni fa del teatro non solo un’espressione artistica, ma un vero e proprio strumento di crescita personale e, soprattutto, un ponte di solidarietà verso chi ne ha più bisogno.

Ritornano gli eventi del concerto del primo maggio, che quest’anno si svolgeranno dal 15 aprile al 9 maggio, e che includeranno spettacoli, incontri e performance. Anche per questa edizione, l’iniziativa mantiene un forte impegno sociale, sostenendo due realtà attive nel campo dell’assistenza e della solidarietà: La Mensa dei Poveri di Padre Pio, a Crotone, che ogni giorno offre un pasto caldo e Il centro pediatrico e orfanotrofio di Kimbondo, nella serata del 9 maggio presso la sala Alkmeon del Gruppo Marrelli. Nel calendario degli appuntamenti è incluso anche il “Karaoke Letterario”, che si terrà questa sera presso il Circolo Arci Gli Spalatori di Nuvole in compagnia di Daniele Mango per un momento inclusivo e dove tutti, in questa partecipazione democratica, possono dare libero sfogo ai sentimenti e alla proprie passioni di recitazione.

In questi anni ho sempre visto il teatro come uno strumento per migliorare la propria vita e stare a servizio dell’altro,” ha detto Vincenzo Leto questa mattina durante la conferenza stampa di presentazione presso la Libreria Cerrelli, alla presenza di due corsiste della “palestra dell’anima”, curata sempre da Vincenzo Leto, ripercorrendo la genesi e l’evoluzione dell’associazione. “Quello che noi abbiamo come intenzione, quello che stiamo cercando di fare come associazione in questi otto anni, questi eventi per noi sono proprio questo, un ponte per costruire qualcosa di necessario e di urgente che si sta perdendo.”

Un elemento centrale in questo percorso è il legame profondo con l’artista Moni Ovadia, descritto da Vincenzo Leto non solo come un collaboratore prezioso, ma come un amico fidato, una figura di riferimento nei momenti di difficoltà. “Al prescindere dall’artista, è una persona che sento quando ho un momento di difficoltà, è la prima persona che chiamo e devo dire che è fuori veramente portata perché riesce sempre ad avere quell’occhio al di sopra di ogni situazione.” La sua disponibilità a condividere la propria arte con i ragazzi dell’associazione testimonia un’umanità che va oltre il palcoscenico.

Un momento cruciale nella storia dell’associazione è stato il primo maggio durante il lockdown del 2020, quando è nato un “manifesto di resistenza culturale”: un concerto social con contenuti di riflessione sul ruolo e il valore professionale dell’artista. “Questo ci ha portato negli anni a far crescere questa iniziativa e man mano è stata sempre stretta al sociale.”

L’impegno concreto si è tradotto in azioni di solidarietà tangibili. Inizialmente, i proventi degli eventi venivano destinati agli artisti che non avevano ricevuto sostegno governativo durante la pandemia. Successivamente, l’attenzione si è spostata verso l’emergenza in Ucraina. Quest’anno, il focus è sulla realtà urgente della mensa dei poveri di Crotone, un luogo che quotidianamente necessita di supporto.Devo dire che c’è una grande risposta da parte di tutti i crotonesi perché ogni giorno alla mensa dei poveri non manca mai un sostegno e un contributo, però necessita, necessita sempre perché c’è un aumento, c’è sempre magari ci saranno quelle giornate dove non ci sarà questo sostegno, ci potrà essere il nostro contributo per noi e per loro.”

Ma lo sguardo dell’associazione non si ferma ai confini locali. Un altro importante progetto riguarda la pediatria Triaconobo in Congo, fondata dall’italiana Federica Carupa Toscano, che ogni anno raccoglie beni di prima necessità per gli 800 bambini con gravi patologie ospitati nella struttura.

Le parole di Vincenzo Leto risuonano come consapevolezza che l’arte, in tutte le sue forme, può e deve essere uno strumento per costruire un mondo più giusto e solidale.

In foto Chiara Zizza e Giovanna Russo con Vicenzo Leto

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