(Video) Dal cirotano e dal Merano Wine Festival parte un progetto di sviluppo e un laboratorio per il futuro della viticoltura

Il Merano Wine Festival non è stato solo un successo di pubblico, né soltanto una prestigiosa vetrina per i vini del nostro territorio...

A cura di Redazione
12 giugno 2025 18:00
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Il Merano Wine Festival non è stato solo un successo di pubblico, né soltanto una prestigiosa vetrina per i vini del nostro territorio. È stato, soprattutto, un laboratorio di idee, un momento di confronto e visione sul futuro della viticoltura calabrese.

A testimoniarlo è stata la presenza del professore Attilio Scienza, definito «un monumento del settore» dall’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo, presente all’evento. Proprio Gallo ha tirato le somme di una manifestazione che ha visto Cirò e Cirò Marina protagoniste al centro della scena vitivinicola nazionale. «Il Merano Wine Festival – ha commentato l’assessore al termine della serata conclusiva – si chiude nel migliore dei modi. Abbiamo vissuto momenti significativi: masterclass, ospiti illustri, talk stimolanti. Con il professor Scienza ci siamo confrontati e da questo dialogo è nata un’idea: un progetto scientifico, serio, pluriennale, che preveda una mappatura reale dei nostri vitigni e porti all’iscrizione nei registri della biodiversità».

Gallo ha poi lanciato una sfida diretta ai produttori: «Saranno loro i protagonisti di questo percorso. La viticoltura calabrese sta crescendo e come Regione siamo pronti a supportare i progetti che puntano al miglioramento. Non basta più promuovere: serve un approccio scientifico, cooperativo, fondato su innovazione e formazione. Oggi – ha concluso – c’è la maturità per avviare una nuova fase di crescita per il settore».

Anche il professor Scienza ha voluto sottolineare il valore e le potenzialità del territorio calabrese, ricordando l’impegno di lunga data: «Ho un dovere morale verso la Calabria. Trent’anni fa abbiamo iniziato a raccogliere il germoplasma che rischiava di scomparire, mentre molti vigneti stavano per essere completamente abbandonati. Quella collezione oggi rappresenta un patrimonio da valorizzare, ma il progetto vero inizia adesso. Serve renderla utile all’economia locale, ai produttori, ai consumatori».

Secondo il professore, è il momento di rileggere il lavoro svolto e rilanciare con una visione nuova e articolata: «Sono certo che la Calabria ha le risorse per riuscirci: risorse umane prima ancora che finanziarie, perché sono le persone a fare la differenza. Questo territorio deve diventare una palestra di confronto, un modello di sviluppo per il lavoro che ci aspetta».

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