(Video) Crotone - Ricordare Borsellino parte dal basso con l'antimafia sociale
Crotone – Non dimenticare. Questo il messaggio lanciato a più voci in occasione della iniziativa promossa nell’anniversario della morte del giudice Paolo Borsellino, nel tradizionale appuntamento del...
Crotone – Non dimenticare. Questo il messaggio lanciato a più voci in occasione della iniziativa promossa nell’anniversario della morte del giudice Paolo Borsellino, nel tradizionale appuntamento del 19 luglio, presso il Parco che porta il nome dei due giudici uccisi dalla Mafia.
Nel 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio, erano presenti il Prefetto di Crotone Franca Ferraro, il primo cittadino Vincenzo Voce, il Questore, il Comandante dei Carabinieri, i rappresentanti della Capitaneria di Porto e dei Vigili del Fuoco, il rappresentante della Consulta degli Studenti Francesco Guerrieri, i ragazzi di Libera, il Liceo Artistico Arnaldo Mori. Crotone, dunque, ha ricordato non solo Paolo Borsellino ma anche gli agenti della sua scorta, ovvero Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Presente anche Giovanni Gabriele, il papà di Dodò Gabriele, il bambino ucciso a undici anni dalla mano della criminalità organizzata.
L’iniziativa è stata voluta da Libera Nomi e Numeri contro le mafie, e da Italia Nostra: «Ricordare Paolo Borsellino è un dovere, così come lo è ricordare Giovanni Falcone – ha spiegato Antonio Tata di Libera Crotone – un dovere che serve anche a darci maggiore impegno. Rispetto al loro esempio non possiamo essere indifferenti. Loro hanno fatto il loro dovere, e a noi viene chiesto di fare lo stesso. Abbiamo anche noi dei doveri di cittadini responsabili». Tornare nel giardino dedicato a Falcone e Borsellino non è solo un ricordo: «Questo giardino – sottolinea Tata – deve diventare il simbolo del ricordo e dell’impegno. Abbiamo ragazzi americani che stanno facendo un campo».
«Il volto dello Stato ha assunto un’altra sembianza, quella del popolo, dei cittadini comuni, che sono scesi subito in piazza per dire No alla mafia, noi non siamo l’antistato ma crediamo nei valori e nei principi dei due giudici – sono le parole di Patrizia Luzzaro di Italia Nostra – Siamo qui perchè quel momento non è stato solo il sacrificio ma il momento della presa di coscienza».
Un momento particolare quello di questa sera dove, nonostante il gran caldo, vi è stata una nutrita partecipazione di persone e di ragazzi. «Ritengo sia doveroso tornare qui nel giardino che porta il nome di Falcone e Borsellino perché è giusto partecipare a tutte le iniziative che commemorano i giudici uccisi dalla mafia – ha ricordato il Prefetto – ed è doverso ricordare anche tutti coloro che nell’ombra hanno tutelato la vita di coloro che hanno combattuto la criminalità. Lo Stato c’è, siamo noi tutti e lo rappresentiamo con le nostre azioni».
L’impegno antimafia parte dal basso, dai giovani, dalle scuole
All’iniziativa erano presenti i giovani americani che stanno partecipando a un Campo di Libera e gli studenti del Liceo Artistico Arnaldo Mori che hanno voluto rendere omaggio ai due magistrati ribadendo il concetto di legalità attraverso l’arte. «Per i ragazzi di Libera sono stati giorni importanti perchè hanno incontrato i familiari delle vittime innocenti di mafia – sottolinea Tata – l’antimafia deve essere antimafia sociale, antimafia dal basso, che coinvolge tutti, e che permette a tutti di esprimersi nel contesto in cui vivono».
Emozionate le ragazze del Liceo Artistico Arnaldo Mori, i rappresentanza di tutti i loro compagni che hanno messo su tela i volti dei giudici giusti. «Abbiamo voluto rappresentare Falcone e Borsellino su questi quadri per non essere indifferenti, e soprattutto per non dimenticare», hanno detto le due studentesse.
Mentre Francesco Guerrieri ha parlato a nome di tutti gli studenti della provincia di Crotone: «Ho capito una cosa bellissima – sono le sue parole – ho capito che la mafia è frutto di ignoranza, quindi la scuola è il primo gradino per uscire fuori da questa ignoranza. Le persone che sono morte, come i giudici e la loro scorta, non erano persone di pistola, ma di libro e di penna. Dobbiamo sconfiggere la cultura mafiosa perché non è cultura, ma è solo vilipendio del senso civico e del dovere».
Al termine della cerimonia, prima della deposizione dei fiori, i ragazzi americani che hanno partecipato ai campi di Libera hanno eseguito una canzone sulle note de Ma il cielo è sempre più blu, con il testo rifatto da loro, che contempla i valori dell’antimafia e della loro esperienza qui a Crotone.
Io vedo, io sento, io parlo.