(VIDEO) Crotone - La legalità si costruisce insieme, partendo da chi ha sbagliato
Crotone – Un momento di forte intensità civile si è svolto questa mattina all’interno della Casa Circondariale di Crotone, che ha aperto le proprie porte all’associazione Libera in occasione della Gi...
Crotone – Un momento di forte intensità civile si è svolto questa mattina all’interno della Casa Circondariale di Crotone, che ha aperto le proprie porte all’associazione Libera in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia.
Un incontro fortemente simbolico, dove i detenuti hanno letto ad alta voce i nomi delle vittime innocenti di mafia del nostro territorio, un gesto che si inserisce in un’ ampia collaborazione tra l’istituto penitenziario e l’associazione fondata da don Luigi Ciotti. Con Libera, la Casa Circondariale ha infatti avviato una serie di protocolli per attività sociali e di reinserimento, con l’obiettivo di promuovere la cultura della legalità, della giustizia sociale e dell’impegno concreto contro mafie e corruzione.
Tra i momenti più toccanti della giornata, la presentazione del murales dedicato ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, realizzato da alcuni detenuti con il supporto dell’artista Monica Arabia, nell’ambito delle attività della Scuola per Adulti che opera all’interno del carcere.
«Un significato importante, perché abbiamo capito – e non solo io – che è necessario parlare anche con chi ha sbagliato, che è necessario venire anche nei luoghi dove ci sono persone che hanno commesso degli errori, per aiutarli, ma anche per renderci conto e capire perché sono stati commessi quegli errori e che tipo di persone ci sono qui. Troppo spesso siamo prevenuti verso chi è in carcere. Aiutarli a capire, aiuta anche noi a capire i motivi per cui la società crea questi problemi», ha affermato Antonio Tata, referente di Libera Crotone.
L’artista Monica Arabia, coinvolta nel laboratorio creativo, ha condiviso l’emozione di questa esperienza: «Sicuramente ho imparato tantissimo. Avendo dipinto anche in modo individuale, spesso il percorso resta dentro di sé, difficile da comunicare. Invece, questa esperienza è stata molto importante proprio per la condivisione. Si entra davvero nel vissuto della persona, nei sentimenti, nelle emozioni. Non si resta su una visione materiale dell’arte, ma si accede a una dimensione profondamente spirituale».
A dare ulteriore valore al progetto, le parole del Vice Comandante della Polizia Penitenziaria, Francesco Caruso, che ha illustrato il significato del murales: «Un valore sicuramente grandissimo. Persone accusate di reati di tipo associativo che edificano i volti dei paladini della giustizia… hanno chiesto di poter firmare l’opera, un permesso non concesso per ragioni di privacy. Ma solo questa richiesta è per noi un obiettivo raggiunto. Questo è lo scopo che dà una marcia in più al nostro lavoro».
Presenti all’evento anche le istituzioni locali, il Garante dei detenuti Gaetano Sulla, e Antonella Marazziti di Libera, che ha introdotto l’iniziativa con parole di speranza e impegno.
Un incontro che ha superato i confini delle mura carcerarie, restituendo un messaggio chiaro: la legalità si costruisce insieme, anche e soprattutto partendo da chi ha sbagliato.
Danilo Ruberto