(VIDEO) “Come ti chiami?”: il Vescovo Torriani e la lavanda dei piedi nel Giovedì Santo
Oggi, nella chiesa dell’Immacolata di Crotone, si è celebrata la Messa in Coena Domini, che apre il Triduo Pasquale. A presiederla, per la prima volta in questo luogo, l’arcivescovo di Crotone-Santa S...
Oggi, nella chiesa dell’Immacolata di Crotone, si è celebrata la Messa in Coena Domini, che apre il Triduo Pasquale. A presiederla, per la prima volta in questo luogo, l’arcivescovo di Crotone-Santa Severina Alberto Torriani. La chiesa dell’Immacolata, che in questo periodo accoglie la comunità della Basilica Cattedrale, è infatti in attesa dei lavori di restauro.
Al canto del Gloria, intonato dal coro della Parrocchia San Dionigi Basilica Cattedrale le campane hanno risuonato per l’ultima volta, per poi tacere fino alla Veglia di Pasqua. Un silenzio che accompagna il cammino (Triduo Pasquale, appunto) verso la Resurrezione. I prossimi giorni, il Venerdì Santo e il Sabato Santo, saranno segnati dalla preghiera davanti l’Altare della Reposizione.
La liturgia, in cui i sacerdoti indossano i paramenti bianchi, ha rievocato l’ultima Cena di Gesù. Tra i momenti più intensi, la lavanda dei piedi: un gesto che parla di servizio, come ricordato dal presule nella sua omelia: “Nella prima lettura abbiamo ascoltato la Pasqua del Signore, è la notte in cui Dio passa per liberare il popolo di Israele che si deve far trovare pronto per partire – ha detto l’Arcivescovo nella sua omelia – la Pasqua non si improvvisa, la Pasqua si celebra camminando. Non è una festa per restare comodi, ma per rimettersi in cammino. Ma non è un cammino vago, ma è un la strada della libertà, della fiducia, della speranza, della memoria”.
Tra i dodici “apostoli” scelti per la lavanda, Antonio Laratta, il più grande di loro poi i ragazzi del catechismo, gli scout, un giovane egiziano della Chiesa copta e un ragazzo ucraino. “Come ti chiami?”, ha chiesto il vescovo a ciascuno, prima di lavare e baciare i piedi mentre il coro intonava il canto.
Nel Vangelo, ha continuato monsignor Torriani, “Gesù si toglie le vesti, si cinge col grembiule e lava i piedi con il catino. E’ il gesto più scandaloso di Pasqua: non è un gesto che ci può solo emozionare, ma è un vero e proprio scandalo. La parola originaria dal greco, infatti, indica un ostacolo, un inciampo, e non è da intendere come qualcosa che alimenta il chiacchiericcio. Il vero scandalo è questo catino e quell’asciugatoio. Fare Pasqua per i cristiani significa infatti inciampare in quel catino. Chiedo a voi giovani di gridare ad una Chiesa che sia ancora capace di scandalizzare e sia inciampo profetico. Esigete dagli adulti la profazia dell’inciampo”.
Prima del termine della celebrazione eucaristica, si è svolta la Reposizione del Santissimo Sacramento. L’Eucaristia è stata deposta nella parte sinistra della chiesa, allestita per l’occasione come “Altare della Reposizione”, tra la preghiera dei presenti Con questo gesto, l’invito del parroco Monsignor Alessandro Saraco è stato quello della preghiera, nella simbologia degli altari che rappresentano Gesù nell’orto degli ulivi, in attesa della Passione. Il Santissimo Sacramento rimarrà esposto per l’adorazione. Accanto all’altare della Reposizione, anche la voce dei ragazzi della Casa Circondariale di Crotone ha trovato spazio in una preghiera semplice: “Dio, perdona i nostri peccati”.
Danilo Ruberto