(VIDEO) Caschi all'insù per ricordare Giuseppe Parretta, e anche le vittime della 106
Crotone – C’era anche il casco col il numero 58 appartenuto a Rosario Abate, giovane di Carfizzi che nel 2018 sulla SS 106 è sbandato con la moto tra Torre Melissa e Strongoli, perdendo la vita. C’era...
Crotone – C’era anche il casco col il numero 58 appartenuto a Rosario Abate, giovane di Carfizzi che nel 2018 sulla SS 106 è sbandato con la moto tra Torre Melissa e Strongoli, perdendo la vita. C’erano i suoi genitori ieri mattina, e altre mamme coraggio nel secondo memorial dedicato a Giuseppe Parretta, nel raduno di moto di grossa cilindrata in un giro sostenibile tra le bellezze di Crotone.
Questo momento di aggregazione è stato voluto dalla mamma di Giuseppe Parretta, Caterina Villirillo, presidente dell’Associazione Libere Donne che ha richiamato gli amanti delle due ruote da tutta la Calabria, con la presenza di diverse asd sportive.
Il rombo di motori ha salutato Giuseppe Parretta e anche le persone vittime della 106, in un giro in città e fino a Capo Colonna ricordando che la priorità in Calabria adesso è avere una strada sicura ed efficiente, con infrastrutture moderne e una 106 nuova. Tra le passioni di Giuseppe, “ucciso per difendere la sua famiglia“, come ha ricordato nell’occasione Caterina Villirillo, vi era anche quella delle moto.
“Il fare memoria è un modo per fare rivivere i nostri cari e dare senso anche alle loro vite, perchè così non moriranno mai – ci ha detto Caterina Villirillo – da Giuseppe ci ha dato la lezione d’amore più grande, dare la vita per gli altri. Lezioni che oggi i media ci danno in maniera diversa, perchè si parla di femminicidi ed omicidi efferati”.
E gli appelli lanciati ieri da tutti riguardavano la costruzione di una nuova statale: presente anche Fabio Pugliese dell’Associazione Basta Vittime Sulla Strada Statale 106 il quale ha ribadito ai presenti che se la 106 non verrà costruita “non è nè colpa di Salvini o della Meloni o Berlusconi, ma di noi calabresi. Dovremmo fare una rivoluzione sui social, sulle nostre comuni, e i sindaci dovrebbero togliersi la fascia. Se non si farà questa rivoluzione, la colpa sarà nostra”.
A benedire i caschi ieri mattina nel raduno di Piazzale Nettuno Padre Vasyl, con l’acqua santa che ha benedetto i presenti e le loro vetture. Il sacerdote ha ricordato l’importanza di guidare con prudenza e di tornare gioiosi a casa. Era presente anche un rappresentante della Polizia Stradale e, al termine del giro, delle targhe sono state consegnate alle mamme coraggio che hanno perso i loro figli sulla strada.
Danilo Ruberto