U "Crivu" che dava vita alla pasta fatta in casa e regalava aria di festa alla domenica

Se c’è una cosa che in Calabria non manca è la pasta, sia per la tradizione delle nonne con tipologie variegate sia per la qualità della materia prima, il grano. Che siano cittadini residenti, emigrat...

A cura di Redazione
12 settembre 2023 06:00
U "Crivu" che dava vita alla pasta fatta in casa e regalava aria di festa alla domenica -
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Se c’è una cosa che in Calabria non manca è la pasta, sia per la tradizione delle nonne con tipologie variegate sia per la qualità della materia prima, il grano. Che siano cittadini residenti, emigrati o turisti venuti da altre località non c’è occasione che non ci si sia fermati ad assaggiare un bel piatto di pasta, fatto in casa, forse il più prediletto sono i covatelli, anche detti cavatelli

L’origine storica del prodotto

La loro origine non ha una datazione precisa, abbiamo le prime testimonianze della loro presenza sulle tavole nel Sud Italia durante l’impero di Federico II (c.a. 1.200). Detti “cavatielle” in dialetto molisano, il nome deriva dalla forma incavata perfetta per raccogliere il sugo ed i condimenti.

Una cesta semplice ma speciale

A dare vita a questo prodotto è la materia prima e la maestria ma anche uno strumento semplice, u “Crivu”, noto in altri luoghi come Cirneddra o Cirniggjiu. Il nome cambia da zona a zona, confondendosi con appellativi di altri oggetti contadini. Prodotto in vimini, oggi viene utilizzato per ricreare la pasta fatta in casa o come arredamento vecchio stile per le case, soprattutto quelle di campagna.

 

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