Ti ricordi? Le benedizioni di Turuzzu Fesseria e le telefonate del "Commendatore"
Ti ricordi? Turuzzu Fesseria, ovvero il signor Salvatore Marino, è un personaggio indimenticato nella nostra città. Fa parte della nostra comunità ancora oggi, perchè le sue battute non sono state di...

Ti ricordi? Turuzzu Fesseria, ovvero il signor Salvatore Marino, è un personaggio indimenticato nella nostra città. Fa parte della nostra comunità ancora oggi, perchè le sue battute non sono state dimenticate, le sue Ave Maria cantate da autodidatta, con episodi sporadici raccontati con i videoamatori dell’epoca e finiti sul web.
Insieme ad Orazio e Cipollina, ancora oggi è viva la memoria di Turuzzu Fesseria, ed esiste anche un gruppo facebook a lui dedicato. E indimenticate sono le sue frasi, come quella pronunciata negli anni ’70 durante una promozione del Crotone Calcio: “Stiamo salendo alle stidde” (Stiamo salendo alle stelle”.
E indimenticate sono le sue telefonate in Radio, in particolare a Radio TeleCity. Siamo tra il 1982 e 1983, quando il signor Salvatore Marino si faceva chiamare il Commendatore: “Ca mo mi piju kira bella guagliuna ca mi cucina,mi lava,m’assista e mi puntija e mi fa quattru belli guagliuni: Vincenzu,Tiresina,kiru benidittu i Pieru e Pasqualu tutt quattr i fijji miji“, racconta Tonio Salerno di Radio TeleCity.
Salvatore Marino era solito frequentare il Duomo, molto devoto alla Madonna di Capo Colonna. Di fronte la sua immagine, racconta la Fondazione Santa Critelli di Tonio Arcuri, era solito pregare: “Madonna mia sbotammillu stu cirveddru che è chinu i paccia e vacanteria” “Madonna mia svuotami questo cervelli pieno di pazzia e di cose vuote”.
Celebri sono le sue benedizioni in cui, invocando i santi, scacciava il male. In molti cercavano dunque il bene dire di Turuzzo, con il suo: “Sciò il diavolo“, e tante parole in cui la gente si sentiva rassicurata.
Anche Sergio Cammnariere ricorda questo simpatico signore del centro storico di Crotone, in cui d’estate indossava una canottiera bianca. Così ha scritto il cantautore crotonese nel suo libro “Libero nell’aria”:
“Anche la follia merita i suoi applausi.” Parole di Alda Merini. Io sono sempre stato affascinato da quelli che chiamano “matti”. Ogni volta che tornavo a Crotone, cercavo Salvatore Marino, alias Turuzzo Fesseria, per fargli qualche ripresa. Era un personaggio iconico, una presenza, un portafortuna. Raccontava storie surreali come quella del frigorifero che un giorno era scappato di casa. Cantava, pregava, giocava al lotto e faceva particolari benedizioni. Turuzzo divento’ celebre anche a Roma. Gianmarco Tognazzi si era innamorato di lui, prendendo a prestiti alcuni suoi gesti, come lo svuotamento: metteva le mani all’altezza delle orecchie, roteandole e agitandole accompagnate da tre fischi. Era il rito scaramantico di Turuzzo. Lo stesso che facciamo Gianmarco e io nel film “Stressati”, una commedia di Mauro Cappelloni del 1997, ispirata alle opere di Georges Wolinski, un fumettista francese.