Ti ricordi? La Pasticceria Cortese, dove i dolci erano un vizio di famiglia
Ti ricordi? Questa storia nasce nel 1986 sotto i portici di Viale Regina Margherita. Allora, Pierino Cortese, undicesimo figlio di don Ciccio Cortese del Bar Moka, decide di aprire una pasticceria che...

Ti ricordi? Questa storia nasce nel 1986 sotto i portici di Viale Regina Margherita. Allora, Pierino Cortese, undicesimo figlio di don Ciccio Cortese del Bar Moka, decide di aprire una pasticceria che porti il suo nome, la Pasticceria e Gelateria Pietro Cortese.
Pierino Cortese ha maturato anni di esperienza presso la pasticceria del padre insieme ai suoi fratelli, e poi maturò l’idea di mettere su una propria attività per servire il pubblico con dei prodotti artigianali. Era la metà degli anni ’80, in pieno sviluppo industriale, quando Crotone godeva ancora del lavoro garantito da Montedison e Pertusola.
I portici brulicavano di studenti al mattino, con le fermate degli autobus in via Ruffo, e di persone dell’entroterra che si recavano a Crotone per effettuare acquisti e commissioni. “Era una periodo florido – commenta il figlio Francesco Cortese – a Crotone si lavorava parecchio, il lavoro c’era e dunque la clientela era ampia, la più svariata”.
La Pasticceria Cortese era aperta di buon mattino e chiudeva alle 13,30, riaprendo di pomeriggio fino alle 21,00. In Viale Regina Margherita un via vai di persone, tra l’incontro di studenti e persone che affollavano la vicina Upim, ed altri esercizi commerciali. “Erano molto apprezzati i prodotti natalizi, d’inverno si vendevano soprattutto questi, tra cui molti mignon – continua Cortese – d’estate oltre i gelati erano molto apprezzati dai turisti e dai crotonesi le graffe. Era una clientela molto variegata, dagli studenti fino agli operai, qualcuno dei paesi del circondario”.
La Pasticceria è stato il sostentamento della propria famiglia, crescendo e facendo studiare quattro figli. Dietro il bancone la moglie di Pierino, la signora Angela Pupo, insieme ai figli e qualche dipendente. “Mio padre era contento del suo lavoro, anche se era molto sacrificato, perchè come sappiamo gli orari sono particolari. Ricordo che a San Giuseppe si faceva la nottata: mio padre scendeva alle 2 del mattino per impastare e friggere le zeppole. Le famiglie si riunivano mentre noi avevamo orari diversi perchè le feste erano periodi in cui si lavorava di più”.
Era una pasticceria a conduzione familiare, dove alla cassa si alternavano il figlio con la moglie di Perino, mentre dietro il bancone a servire i clienti c’erano le figlie. In pasticceria le mani sapienti di Pietro, per tutti Pierino, che ha fatto un pezzo di storia della nostra Crotone.
