Terzo Premio Dodò Gabriele a chi racconta la mafia: ''Ragazzi, denunciate''
Quindici anni fa si spense Dodò Gabriele, il bambino ucciso dalla mafia. Il 25 giugno 2009 due killer dell’ndrangheta sparano su un campetto di calcio durante una partita, dove c’era Domenico che gioc...

Quindici anni fa si spense Dodò Gabriele, il bambino ucciso dalla mafia. Il 25 giugno 2009 due killer dell’ndrangheta sparano su un campetto di calcio durante una partita, dove c’era Domenico che giocava a calcetto, accompagnato da papà Giovanni. L’obiettivo era Giuseppe Marrazzo. A terra tra i feriti c’è Domenico Gabriele, di 11 anni. Chissà che scuola avrebbe frequentato e oggi la memoria è diventata impegno per i genitori di Dodò, visitando tutte le scuole d’Italia.
Presso l’Istituto Lucifero di Crotone è stato consegnato il terzo Premio Dodò Gabriele dall’associazione che porta il suo nome, per l’impegno dei giornalisti nel contrasto alle mafie.
Durante l’evento, il Prefetto di Crotone ha rivolto un appello ai giovani crotonesi sfruttati sul lavoro, esortandoli a denunciare le ingiustizie subite. “Siete la meglio gioventù, denunciate”, ha detto ai presenti, sottolineando l’importanza del loro coraggio e del loro impegno per un futuro migliore.
All’Istituto Lucifero, una folla di giovani ha ascoltato attentamente le parole di Francesca Anastasio, madre di Dodò Gabriele: “L’impegno mio e di mio marito per la legalità e per la libertà nasce dal fatto che ognuno di noi deve essere libero. Abbiamo trasformato il male in qualcosa di buono, ricordando Dodò.”
Il “Premio al Merito Dodò Gabriele” per l’anno 2024 è stato conferito a giornalisti che, con il loro coraggio e la loro dedizione, contribuiscono alla lotta contro le mafie.
Presenti in sala Michele Albanese, cronista di giudiziaria per Il Quotidiano del Sud, sotto scorta dal 2014, e Pietro Comito, cronista d’inchiesta e conduttore televisivo, autore di documentari sulla ‘ndrangheta e i suoi intrecci con altre mafie. Nel suo intervento, Michele Albanese ha sottolineato l’importanza della libertà di stampa: “Sono anni che vivo sotto scorta. Il premio riconosce il valore e l’impegno dei giornalisti che ogni giorno raccontano la verità, denunciando la criminalità. La criminalità organizzata ha paura di un’informazione libera, così come ha paura delle operazioni di contrasto delle forze dell’ordine e della magistratura”.
L’evento ha rappresentato un’occasione importante per riflettere su temi cruciali come la legalità e la libertà d’informazione, valori che i giornalisti premiati incarnano con il loro lavoro quotidiano. La presenza dei ragazzi dell’Istituto Lucifero ha aggiunto un ulteriore livello di significato, sottolineando l’importanza di educare le nuove generazioni su questi temi fondamentali per il futuro della società.
