Teatro in carcere, in scena la commedia di Eduardo De Filippo

Il 23 e 24 febbraio, presso il teatro dell’IPM (Istituto Penitenziario Minorile) di Catanzaro, è andato in scena la commedia Natale in casa Cupiello, di Eduardo De Filippo. Dal progetto “Teatro in car...

A cura di Redazione
27 febbraio 2024 11:00
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Il 23 e 24 febbraio, presso il teatro dell’IPM (Istituto Penitenziario Minorile) di Catanzaro, è andato in scena la commedia Natale in casa Cupiello, di Eduardo De Filippo. Dal progetto “Teatro in carcere Veliero, Insieme si può”
Il teatro è la forma d’arte più completa e sul palco va in scena la vita e che sia reale o finzione, c’è comunque la vita perché ogni parola, gesto, movimento, è dettata dalla passione ma, in questo spettacolo oltre alla passione per il teatro c’è stato, come ormai da 4 anni, la speranza ed il desiderio di poter costruire un mondo migliore partendo proprio dall’IPM, dove i giovani detenuti hanno indossato doppi panni, quelli di attori e quelli dei personaggi che hanno interpretato con grande impegno. Lo spettacolo ha visto la regia di Rodolfo Calamici e vice regia Francesca Pellegrino. Il teatro in carcere Veliero attraverso questo spettacolo che si è potuto realizzare grazie alla fiducia del Direttore dell’IPM di CZ dott. Francesco Pellegrino, il quale ha creduto, come sempre ha fatto, che l’arte e la cultura possa essere un faro costruttivo. L’IPM di Catanzaro, infatti, è da considerarsi un vero e proprio istituto di rieducazione di giovani che, pur avendo sbagliato hanno diritto ad una seconda possibilità, costruendo e ricostruendo sé stessi partendo dall’impegno nel lavoro, nello studio con il supporto e la guida di professionisti del settore.
Lo spettacolo ha visto una sala gremita sia venerdì che sabato, tantissime le richieste di partecipazione ma purtroppo per motivi di sicurezza e di capienza, non hanno potuto partecipare, infatti i 120 posti presenti nel teatro erano già assegnati da una settimana prima dello spettacolo, un successo che sicuramente porta speranza, la speranza che rinascere si può.

«Tutti noi – dice la presidente Veliero, Francesca Gallello – abbiamo imparato che cambiare si può. Che l’arte della recitazione, seppur in forma amatoriale, può essere una via costruttiva e ricostruttiva se portata in luoghi come l’IPM di Catanzaro e con ragazzi che hanno il desiderio ed il diritto di migliorarsi e ritrovare il loro posto nel mondo e nella società. Un grazie di cuore a tutte/i, attori, attrici, Regista Rodolfo Calaminici, a Francesca Pellegrino che è stata preziosa non solo come aiuto regista. Ai ragazzi dell’IPM che oltre all’impegno della recitazione si sono adoperati fattivamente lavorando per la realizzazione di una perfetta scenografia anche al di fuori dell’orario di prova, in particolare Alex sempre attento e pronto a lavorare ed impegnarsi con dedizione, così come Hamza, ma anche Leo, Andrei, Abdul, Matteo, Sebastiano. Al nostro grande primo attore Andrea Costanzo, Eugenio Spatafora, Serafina Apa, Miriana Benincasa, Lorena Ierardi, ai microfonisti Pino Narda e Vincenzo Dodaro. Un grazie di cuore a Mariasole Cavarretta che oltre all’impegno in teatro è stata instancabile, quasi tutti i giorni perché il lavoro per un evento di questa portata è anche al di fuori del teatro e delle ore di prove.
Un grazie speciale ad Antonio Trapasso e Alessandra Mercantini che non solo sono stati in scena ma fattivamente ci hanno sostenuto dedicandoci ore al di fuori dei loro impegni lavorativi in IPM. Un grazie al direttore, Francesco Pellegrino, per la fiducia e per averci insegnato che svolgere un lavoro con passione e con il cuore è importante, così come lo fa da anni e i risultati si vedono.
“E’ importante, dice il direttore Francesco Pellegrino, partecipare e far partecipare i nostri ragazzi a questo genere di progetti, è necessario dar fiducia e far comprendere loro che cambiare si può e possono farcela attraverso il teatro ma anche attraverso l’arte, la cultura, lo studio, lavorando in sinergia con gli specialisti del settore che, come me, credono profondamente che rinascere si può, basta sostenerli, aiutarli e lavorare accanto a loro”.

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