SS 106 - La “Strada della morte” continua il suo macabro destino

Statale 106, Ss 106, Calabria, costa jonica, soltanto queste poche parole bastano ad attirare l’attenzione di chiunque.La strada statale 106 si estende per 480 km da Reggio Calabria a Taranto, percorr...

A cura di Redazione
14 febbraio 2024 20:00
SS 106 - La “Strada della morte” continua il suo macabro destino -
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Statale 106, Ss 106, Calabria, costa jonica, soltanto queste poche parole bastano ad attirare l’attenzione di chiunque.
La strada statale 106 si estende per 480 km da Reggio Calabria a Taranto, percorre tutta la costa jonica di Calabria, Basilicata e parte di quella pugliese. Costituisce una direttrice di traffico di rilevanza nazionale ed è ricompresa nella Strada europea E90. Nei giorni scorsi, però, torna alla ribalta delle cronache per un’altra vittima.
Ci sono drammi che colpiscono più di altri, non perchè siano più cruenti o perchè riguardano persone a noi più o meno vicine, ma perchè sollevano dubbi e domande a cui, spesso non riusciamo a trovare risposta.

«La morte di Mattia Porto non può non addolorarci profondamente. Innanzitutto perché perde la vita un giovane di 20 anni e poi perché la sua tragica scomparsa avviene nel “curvone della morte”. Un luogo già teatro di tante altre tragedie, bagnato dal sangue di altri, troppi giovani».
Questa la riflessione dell’ingegnere Fabio Pugliese, direttore operativo dell’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”. «Oggi però sento di rivolgere una preghiera ai due amici di Mattia che sono nel letto dell’ospedale Annunziata di Cosenza. A loro l’augurio che la speranza di rivederli al più presto sani e salvi possa avverarsi. A noi la consapevolezza che oltre le vittime sulla famigerata e tristemente nota “strada della morte” in Calabria sono migliaia i feriti e molti, purtroppo, segnati da danni permanenti per tutta la vita. Tutto questo non è giusto. Bisogna fare qualcosa. Qualcuno deve e può fare qualcosa. Basta solo prenderne coscienza!».

L’ingegnere Pugliese accende i riflettori su un aspetto degli incidenti che spesso viene sorvolato. Siamo tutti portati a pensare, infatti, che in un incidente automobilistico ci siano le vittime e i “salvati”, in pochi si soffermano, invece, sui feriti, su chi è sì uscito vivo dalle lamiere della propria auto ma ha riportato danni permanenti che caratterizzeranno, da quel momento in poi, tutta la propria vita.
Come è evidente la complessità dei problemi causati dalla “statale della morte” è molto più ampia di quanto appare ad una superficiale lettura. E proprio per questa complessità, per il dolore che provoca e per i drammi che qui si possono generare che l’appello dell’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”, va sostenuto a 360° indistintamente da tutti.

Mattia Porto è la quinta vittima della SS 106 nel 2024. L’anno precedente le persone che hanno lasciato la vita sulla statale della morte sono ventidue (di cui cinque della provincia di Crotone).
Secondo una stima fatta proprio dall’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”, sulla 106 c’è più di un incidente al giorno.
Sono numeri, questi, che devono rimanere impressi a tutti e non possono lasciare indifferenti, anche perchè l’indifferenza, in questo caso, uccide.

Gianfranco Turino

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