Scuola - Materie scientifiche, divario di genere o stereotipi involontari?
La matematica non è femmina? A quanto pare no, almeno non al sud dove, secondo i risultati i risultati dei test Ocse-Pisa relativi al 2022 e pubblicati da Openpolis, restano troppo ampi i divari di ge...

La matematica non è femmina? A quanto pare no, almeno non al sud dove, secondo i risultati i risultati dei test Ocse-Pisa relativi al 2022 e pubblicati da Openpolis, restano troppo ampi i divari di genere negli apprendimenti, in particolare delle materie scientifiche. Parliamo delle cosiddette Stem, acronimo anglosassone che sta per science, technology, engineering e mathematics. «Si tratta – si legge in una nota della fondazione indipendente – di una delle principali questioni da affrontare per il nostro sistema educativo, perché i divari che nascono sui banchi di scuola condurranno a disparità nei percorsi professionali, nei livelli salariali e quindi nelle condizioni di vita di uomini e donne. L’Italia a livello internazionale registra il gap più ampio negli apprendimenti in matematica tra ragazze e ragazzi». Gli stereotipi sulle ragazze e le discipline scientifiche sono spesso involontari, acquisiti inconsapevolmente, ma purtroppo proprio per questo altrettanto radicati. Iniziano con le aspettative delle famiglie che, come ricostruito in passato dalla stessa Ocse, sono molto diverse tra bambine e bambini. In tutti i paesi e le economie che hanno raccolto dati anche sui genitori degli studenti, i genitori sono più propensi a pensare che i figli maschi, piuttosto che le figlie, lavoreranno in un campo scientifico, tecnologico, ingegneristico o della matematica – anche a parità di risultati in matematica. Tali differenze nel trattamento e nelle aspettative sociali e familiari vengono spesso interiorizzate fin dai primi anni di vita, con almeno due conseguenze. La prima è che le ragazze, in media, tendono ad avere meno fiducia nelle proprie capacità in matematica.
Ciò si ripercuote sui rendimenti, mediamente più alti nelle materie umanistiche e più bassi in quelle scientifiche. Al contrario, le ragazze che mostrano maggiore fiducia nelle proprie capacità raggiungono risultati analoghi a quelli dei compagni nei test di matematica. Crotone, Palermo, Agrigento, Vibo Valentia e Siracusa sono i territori con più ragazze con risultati inadeguati (superiore al 66% in tutti i casi citati), ed è l’elevata incidenza di risultati scarsi anche tra i ragazzi ad abbassare il differenziale. Solo in 9 province (8% del totale) le studentesse vanno meglio dei maschi in matematica: Sud Sardegna, Savona, Ascoli Piceno, Bolzano, Crotone, Sondrio, Caltanissetta, Chieti, Prato. Tuttavia, mentre in realtà come Sondrio e Ascoli Piceno la quota di alunne con risultati inadeguati è molto inferiore alla media nazionale (essendo pari rispettivamente al 25,3% e al 33,4%), in province del mezzogiorno come Crotone e Caltanissetta supera il 60%. Ed è appunto un risultato ancora più negativo tra i maschi a invertire il segno del divario di genere.