Sanità, fuga dalla Calabria: un terzo dei pazienti lascia la regione per curarsi
Pubblicata la II edizione del rapporto AGENAS, tra i motivi della fuga, carenze nell’offerta ospedaliera e specialistica, soprattutto in oncologia

Calabria - La mobilità sanitaria continua a essere uno dei principali segnali delle difficoltà strutturali della sanità calabrese. Secondo l’ultimo rapporto pubblicato il 4 luglio 2025 dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS), nel 2023 la Calabria ha registrato un saldo economico negativo di 191,8 milioni di euro, tra i più alti d’Italia. Migliaia di pazienti calabresi continuano a spostarsi in altre regioni per ricevere cure che il sistema sanitario locale non riesce a garantire, soprattutto in ambito ospedaliero.
Il documento, giunto alla sua seconda edizione, è stato coordinato da Maria Pia Randazzo, direttore dell’Uosd Statistica e Flussi Informativi Sanitari, con il contributo scientifico di Stefano Domenico Cicala e la supervisione tecnica di Federico Gioia. Il rapporto offre una panoramica dettagliata delle dinamiche di accesso alle cure in Italia, focalizzandosi in particolare su due aree: la mobilità ospedaliera, che pesa per il 75% sulla spesa complessiva, e la mobilità ambulatoriale, che incide per il 10%.
Tra i motivi principali di "fuga sanitaria" dalla Calabria figurano le patologie dell’apparato muscolo-scheletrico e i trattamenti oncologici. In particolare, per quanto riguarda la radioterapia, l’indice di fuga tocca il 33%, segno di una carenza significativa nell’offerta regionale. La Calabria è inoltre una delle regioni meno attrattive del Paese, insieme a Sicilia e Sardegna, con un Indice di Soddisfazione della Domanda Interna (ISDI) di 0,81, che indica un’incapacità strutturale nel rispondere ai bisogni sanitari dei residenti.
Dopo la contrazione registrata durante la pandemia, nel 2023 i flussi di mobilità sono tornati a crescere: la mobilità ospedaliera a livello nazionale ha raggiunto l’8,69% dei ricoveri totali, con i calabresi che continuano a rivolgersi soprattutto a Lombardia ed Emilia-Romagna, regioni che registrano saldi economici nettamente positivi.