Salute, Circa 4 milioni di italiani sono affetti da Diabete Tipo 2
Circa 4 milioni di italiani sono affetti da Diabete Mellito Tipo 2 (DMT2), di questi 1 persona su 3 sviluppa la malattia renale cronica, patologia che può portare a dialisi e trapianto renale, riducen...

Circa 4 milioni di italiani sono affetti da Diabete Mellito Tipo 2 (DMT2), di questi 1 persona su 3 sviluppa la malattia renale cronica, patologia che può portare a dialisi e trapianto renale, riducendo l’aspettativa di vita fino a 16 anni. E’ quanto si legge nella nota di Astrazeneca. Nuovi dati, raccolti in oltre 50 centri italiani di diabetologia, hanno evidenziato l’efficacia a lungo termine di dapagliflozin nel proteggere le persone con Diabete Tipo 2 dal danno renale rispetto alle altre classi di farmaci antidiabetici. A mostrarlo sono i risultati dello Studio DARWIN-Renal (DApagliflozin Real World evideNce-Renal), uno studio multicentrico, retrospettivo, osservazionale appena pubblicato su The Lancet Regional Health Europe che ha valutato l’efficacia di dapagliflozin, un inibitore selettivo del riassorbimento renale del glucosio, nel proteggere il rene rispetto alle altre classi di farmaci per il diabete. Lo Studio, promosso dalla Società Italiana di Diabetologia (SID) e dal Centro Studi della SID, con il supporto non condizionante di AstraZeneca, è il primo e più ampio studio clinico su questo argomento totalmente condotto nella real-world diabetologica italiana e ha esaminato oltre 12 mila soggetti con Diabete di Tipo 2.
I risultati dello Studio DARWIN-Renal hanno mostrato una significativa superiorità di dapagliflozin rispetto alle altre classi di farmaci per il diabete nel proteggere la capacità del rene di filtrare (eGFR), nel prevenire il danno renale (albuminuria), nel ritardare il rischio di insorgenza di malattia renale cronica e nello scongiurare la perdita di funzionalità renale che porta a dialisi e trapianto. Questo studio di confronto ha incluso persone con Diabete di Tipo 2 con vari stadi di compromissione renale, compresi anche coloro che, all’inizio dell’osservazione, non presentavano alcun danno renale (basso rischio renale). Lo Studio ha dimostrato che l’azione protettiva di dapagliflozin sul rene avviene indipendentemente dal grado di compromissione renale.