Roccà di Neto, Dattolo sospeso dalla carica di sindaco: “Triste ma fiero, continuerò a difendere la mia dignità”
Sospeso per la Severino dopo la condanna in primo grado nel processo “Rimborsopoli”, Dattolo lascia tra orgoglio, amarezza e un lungo saluto ai cittadini

Scatta ufficialmente la sospensione dalla carica di sindaco per Alfonso Dattolo, in applicazione della legge Severino, dopo la condanna in primo grado nel processo “Rimborsopoli”, che ha coinvolto diversi amministratori regionali per l’uso irregolare dei fondi destinati ai gruppi consiliari. Una misura automatica, prevista dalla normativa, che interviene già al primo grado di giudizio, nonostante il procedimento sia ancora aperto e in attesa di appello.
Dattolo, alla guida del Comune dal 2013 e rieletto per tre mandati consecutivi, ha affidato ai suoi concittadini una lunga e accorata lettera di saluto in cui difende il proprio operato e annuncia battaglia giudiziaria: “Una legge impone questo stop, sostituendo al principio costituzionale della presunzione di innocenza un pregiudizio di colpevolezza. Sarà mio dovere ricorrere in appello per difendere la mia dignità di persona”.
Nelle sue parole emergono orgoglio e amarezza. Rivendica i risultati ottenuti in oltre dieci anni di amministrazione, dai lavori pubblici – come la riqualificazione della Villetta Comunale, la pista ciclopedonale della Val di Neto e il campo sportivo – alla stabilizzazione di 18 TIS con contratto a tempo indeterminato. Ricorda con entusiasmo anche la recente visibilità ottenuta su Rai 1 con Linea Verde Sentieri e l’arrivo di nuovi finanziamenti.
Il sindaco uscente sottolinea che molte opere sono in corso e saranno portate a termine “anche senza la mia presenza” dalla squadra amministrativa. Tra i progetti più attesi: la bitumazione delle strade, la messa in sicurezza dei torrenti Topanello e Cavallino, il nuovo palazzetto dello sport, il completamento della Casa della Comunità e la valorizzazione del patrimonio archeologico.
Infine, un commosso ringraziamento ai cittadini e alle istituzioni: “Non ho titoli altisonanti, sono un semplice cittadino, figlio di questa terra. Mi avete eletto tre volte e questo è il più grande onore della mia vita. Vi saluto con gratitudine, orgoglio e tanta tristezza: la storia non si cancella e l’amore sincero non finisce mai”.
La guida del Comune passa ora, secondo la normativa, al vicesindaco, in attesa degli sviluppi giudiziari e di eventuali nuovi scenari politici.